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Ue: Mattarella, ‘Difesa comune complementare a Nato non lasciando soli Usa’

11 Ottobre 2024

Cracovia, 11 ott. (Adnkronos) – “Adesso, al Cremlino si attende che gli Stati Uniti –quando avremo, come si spera, superata l’emergenza con la garanzia di sovranità dell’Ucraina- tornino a incentrare la loro attenzione sul Pacifico oppure che tornino a un disimpegno, come avvenne negli anni ’20 del secolo scorso. A loro avviso, verosimilmente, l’Unione europea, in questo caso, non sarebbe, per la Russia, un ostacolo insuperabile. Il deterrente è una Unione con adeguate capacità militari che soltanto una vera Difesa comune può assicurare. Garantendo, al contempo un forte mantenimento dell’Alleanza atlantica, perché, in piena complementarietà, ne verrebbe rafforzata la Nato”. Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo alla riunione a Cracovia, del Gruppo Arraiolos, che riunisce i Capi di Stato non esecutivi dell’Unione europea.

“Vediamo tutti, inoltre, che il mondo -ha aggiunto Mattarella- va velocemente verso una molteplicità di soggetti di ampie dimensione e di grandi possibilità. Vediamo anche che, per la stabilità internazionale e per contrastare chi calpesta il diritto internazionale, non bastano più gli Stati Uniti da soli. ​​Non dobbiamo lasciarli soli e l’unica possibilità per farlo è quella di acquisire vere, efficaci, capacità militari. Sempre pronti a una cooperazione che allenti le tensioni, nel rispetto di indipendenza e sovranità di ogni Stato. ​​Quelle capacità comuni dell’Unione sono indispensabili. ​​Nella speranza di non doverle mai usare”.

Il Presidente della Repubblica ha quindi ribadito che tra le “sfide e riforme –indifferibili”– per l’Europa “vi è quella della difesa comune dell’Unione. L’alleanza con gli Stati Uniti è storicamente un caposaldo irrinunziabile, non soltanto per esigenze militari ma, ancor di più, perché si inquadra in un rapporto che si basa su valori comuni di libertà, democrazia, diritti della persona, su vincoli storici, culturali, di relazioni umane”.

“Da lungo tempo si pone l’esigenza –sovente sottolineata da oltre oceano– del rafforzamento del pilastro europeo dell’Alleanza. Questo non si esaurisce nell’aumento delle spese militari ma richiede ben altro. Vorrei dire, soprattutto ben altro. Personalmente -ha detto ancora il Capo dello Stato- avverto, ancor più che rammarico, tristezza nel vedere immense quantità di risorse finanziarie per l’acquisto di armi, sottraendole a impieghi di carattere sociale. Dalla salute al cambiamento climatico, dalla cultura alle infrastrutture”.

“Ma vi siamo costretti dal mutamento del clima che è calato all’improvviso sul nostro Continente, a causa dell’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina e dal manifestarsi di una sua sorprendente aggressività militare fuori dalla storia e dalla razionalità, considerata anche la vicendevole contabilità di vittime e di devastazioni del territorio. La sfida non si traduce, banalmente, soltanto in quantitativi di spesa ma riguarda il conseguimento di capacità militari Gli Stati Uniti sono in grado di condurre operazioni complesse. I 27, tutti insieme, abbiamo forti limiti e possiamo svolgere operazioni di complessità notevolmente ridotta. Conosciamo le cause. Frammentazione in 27 diverse Forze Armate Conseguente duplicazione di funzioni e compiti. Differenti sistemi d’arma con difficile interoperabilità. Abbiamo 27 industrie militari, sovente in competizione fra loro”.

“Nel dicembre del 1999, a Helsinki, il Consiglio europeo della difesa –cui partecipavano anche i Paesi candidati all’ingresso nell’Unione– era giunto alla definizione concreta di un corpo d’armata europeo di sessantamila unità. E ciascun Paese aveva indicato con precisione quali assetti vi conferiva. Sono passati 25 anni. Saremmo in ben altra condizione di sicurezza se avessimo proseguito su quella strada. Ma ci si fermò per le improvvise riserve negli Usa e in alcuni dei Paesi dell’Unione per il timore che si costruisse una –peraltro inverosimile– alternativa alla Nato. Si trattava, al contrario di renderne più forte il pilastro europeo. Quelle resistenze -ha concluso Mattarella- si sono per fortuna attenuate”.

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