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Vaccini: arrestato su mandato Usa, ‘non sono una spia, rischio processo ingiusto’

1 Ottobre 2025

Milano, 1 ott. (Adnkronos) – “Non c’entro nulla con le vicende di cui sono accusato. Già dal 2018 ho smesso di lavorare per quella società indicata negli atti. Non sono una spia, nego di aver svolto attività di spionaggio per chiunque”. Iniziano così le dichiarazioni spontanee, davanti ai giudici della quinta sezione penale della corte d’Appello di Milano, di Zewei Xu, l’ingegnere informatico cinese arrestato all’aeroporto di Malpensa lo scorso 3 luglio su mandato degli Stati Uniti, con l’accusa di spionaggio. Il trentatreenne, ribadisce che “era il 2018 quando ho lasciato la società” al centro dell’indagine “e sono rimasti nella disponibilità della stessa i miei dati e il mio account informatico. Può essere che un’altra persona abbia utilizzato negli anni successivi il mio computer e la mia utenza. Nessun hacker utilizzerebbe un account con il proprio nome e cognome”.

Un’estraneità alle accuse che rimarca ricordando di essere arrivato in Italia con la moglie con un “viaggio per il quale ho ottenuto il visto d’ingresso”. L’uomo, difeso dagli avvocati Enrico Giarda e Simona Candido, teme – in caso di consegna agli Stati Uniti – “di subirei atti di persecuzione politica a causa degli attuali rapporti tra gli Usa e la Cina. Mia moglie mi ha informato della gravità della situazione carceraria in Texas e quindi dei pericoli a cui sarei esposto. Ribadisco la mia innocenza e la natura politica delle accuse: si tratta di una strategia politica di persecuzione della popolazione cinese da parte degli Usa per questo ritengo sussistente il rischio di subire negli Stati Uniti un processo ingiusto”.

Detenuto nel carcere di San Vittore, sottolinea come “questa situazione e lo stato di detenzione mi hanno profondamente prostrato e sto vivendo il periodo più difficile della mia vita, tengo un diario dove annoto i miei pensieri, sto assumendo farmaci, sono in un momento di crisi psicologica e fisica. Chiedo di poter tornare da mia moglie quantomeno agli arresti domiciliari. Per tutti questi motivi – conclude l’ingegnere cinese – chiedo di respingere la richiesta di estradizione negli Usa”. Richieste su cui hanno discusso le parti e su cui i giudici si sono riservati.

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