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Yahya Sinwar è morto, leader Hamas ucciso a Rafah. Netanyahu: “Guerra non è finita”

17 Ottobre 2024

Tel Aviv, 17 ott. (Adnkronos) – Yahya Sinwar è morto. Il leader di Hamas è stato ucciso in un raid di Israele a Rafah, nella Striscia di Gaza. “Il male ha subito un duro colpo oggi”, ha detto il premier israeliano, Benjamin Netanyanu, in dichiarazioni rilanciate da Haaretz dopo la conferma dell’uccisione. “Hamas non resterà al potere”, ha incalzato Netanyahu sottolineando: “Noi non volevamo insistere con la guerra”, ma “la guerra non è finita” e “ci sta costando moltissimo”.

“Durante operazioni delle Idf a Gaza sono stati eliminati tre terroristi. Le Idf e lo Shin Bet stanno verificando la possibilità che uno dei terroristi sia Yahya Sinwar”, il leader di Hamas, si leggeva in un post su X delle forze israeliane (Idf). Dopo diverse ore la conferma del ministro degli Esteri di Israele, Israel Katz, che ha inviato un messaggio con cui ha informato diversi suoi colleghi nel mondo, ha riferito il ministero. Poi a stretto giro anche quella di Idf e Shin Bet con una nota congiunta. “L’assassino di massa Yahya Sinwar, responsabile del massacro e delle atrocità del 7 ottobre, è stato eliminato oggi dai soldati delle Idf”, ha annunciato Katz.

“Dopo la conclusione del processo di identificazione del corpo, possiamo confermare che Yahya Sinwar è stato eliminato ieri nel sud della Striscia di Gaza”, si legge in una nota congiunta di Idf e Shin Bet. “Le Idf e le Shin Bet confermano che dopo una caccia andata avanti per un anno, ieri, 16 ottobre 2024, i soldati del Comando Sud delle Idf hanno eliminato Yahya Sinwar, il leader dell’organizzazione terroristica di Hamas, in un’operazione nel sud della Striscia di Gaza”, si legge nel comunicato, in cui Sinwar viene accusato di aver “pianificato e messo a segno il massacro del 7 ottobre” 2023 in Israele, di aver “promosso la sua ideologia omicida sia prima che durante la guerra” e di essere “responsabile per l’uccisione e il rapimento di molti israeliani”.

“Sinwar è stato eliminato dopo essersi nascosto nell’ultimo anno dietro alla popolazione civile di Gaza, sia in superficie che sottoterra nei tunnel di Hamas nella Striscia di Gaza – proseguono – Le decine di operazioni condotte dalle Idf e dallo Shin Bet nell’ultimo anno e nelle ultime settimane nell’area in cui è stato eliminato hanno ristretto i movimenti operativi di Yahya Sinwar, inseguito dalle forze, e hanno portato alla sua eliminazione”.

“Nelle ultime settimane, le Idf e lo Shin Bet, sotto la direzione del Comando Sud, hanno operato nel sud della Striscia di Gaza, seguendo le informazioni d’intelligence delle Idf e dello Shin Bet che indicavano presunti luoghi di esponenti di Hamas – concludono – I soldati della 82esima Brigata che operano nell’area hanno identificato ed eliminato tre terroristi. Dopo aver concluso il processo di identificazione del corpo, si può confermare che Yahya Sinwar è stato eliminato”.

Secondo fonti israeliane Sinwar è morto durante un attacco su un edificio di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. A confermarlo è anche Hamas. L’agenzia Shehab, legata a Hamas, come riporta il sito di notizie israeliano Ynet, sostiene che “è morto in battaglia, senza fuggire”, raggiunto da proiettili alla testa e al petto. “La sua ultima immagine – affermano – è una dichiarazione, non è stato trascinato via dai tunnel o catturato in disgrazia”.

Il 6 maggio scorso a Rafah è iniziata un’offensiva israeliana dopo l’esortazione dei militari israeliani alla popolazione di civile a spostarsi verso la ‘zona umanitaria’. Un servizio di fine settembre della Nbc la descrive come una città ormai non più abitabile, con scene di “distruzione assoluta”. Per i militari israeliani tutta Rafah era piena di tunnel. Qui a settembre le forze israeliane (Idf) hanno recuperato i corpi di sei ostaggi, che hanno denunciato essere stati uccisi “poco prima”. E qui, secondo indiscrezioni non confermate ufficialmente diffuse dai media israeliani, sarebbe stato ucciso il leader di Hamas Yahya Sinwar. A sud di Rafah c’è il ‘corridoio Philadelphi’, la striscia di terra che corre lungo il confine con l’Egitto, diventata nei mesi scorsi uno dei ‘nodi’ nei difficili negoziati per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.

“Oggi è un buon giorno per Israele, per gli Stati Uniti e per il mondo”. Così Joe Biden sulla morte di Yahya Sinwar in una nota. “C’è ora l’occasione per un ‘day after’ a Gaza senza Hamas al potere e per un accordo politico che assicuri un futuro migliore per israeliani e palestinesi”, ha aggiunto. “Sinwar – ha sottolineato quindi Biden – era un ostacolo insormontabile per raggiungere tutti quegli obiettivi. Questo ostacolo non esiste più. Ma resta molto lavoro da fare”.

La giornata di oggi “dimostra ancora una volta che nessun terrorista, in nessuna parte del mondo, può sfuggire alla giustizia, non importa quanto tempo ci voglia”, ha quindi affermato il presidente Usa nella sua nota, in cui ricorda che “con l’aiuto della nostra intelligence, l’Idf ha perseguito senza sosta i leader di Hamas, stanandoli dai loro nascondigli e costringendoli alla fuga”.

“Raramente – ha affermato il presidente americano – si è assistito a una campagna militare di questo tipo, con i leader di Hamas che vivevano e si muovevano in centinaia di chilometri di tunnel, organizzati in più piani sotterranei, determinati a proteggersi senza curarsi dei civili che soffrivano in superficie”.

“Yahya Sinwar è morto mentre era inseguito, in fuga, non è morto da comandante, ma come qualcuno che teneva solo a se stesso”. E’ quanto ha dichiarato il ministro della Difesa, Yoav Gallant, affermando che “lo stato di Israele “ha fatto giustizia con l’eliminazione di un vile assassino e un terrorista”, ricordando che lui ha “pianificato e portato a termine il massacro del 7 ottobre, durante il quale così tanti israeliani innocenti sono stati assassinati, bambini, donne e anziani”. L’eliminazione di Yahya Sinwar è “anche un chiaro messaggio agli abitanti di Gaza”, afferma ancora Gallant che dice che ora devono “liberare gli ostaggi e arrendersi”. “L’uomo che ha portato disastro e morte nella striscia di Gaza, l’uomo che vi ha fatto soffrire come risultato della sue azioni omicide, la fine di questo uomo è arrivata – ha detto il ministro della Difesa – è tempo di uscire, rilasciare gli ostaggi, alzare le mani, arrendersi”.

Gallant ricorda che “l’eliminazione di Sinwar si unisce a una lunga lista di eliminazioni da Nasrallah e Muhammad Deif e molti altri terroristi, noi perseguiteremo e elimineremo i nostri nemici”. “Questo è un chiaro messaggio a tutti i nostri nemici – ha aggiunto – l’Idf raggiungerà chiunque cerchi di recare danno ai cittadini di Israele o alle nostre forze di sicurezza e faremo giustizia”.

La morte di Yahya Sinwar è “un importante successo” ma non segna la fine della guerra, ha detto Benny Gantz, ex ministro del gabinetto di guerra, affermando che l’Idf “continuerà a operare nella Striscia di Gaza negli anni a venire” e Israele deve fare leva sui recenti successi, compresa la morte del leader di Hamas, per “portare a casa gli ostaggi e sostituire il governo di Hamas”.

Il raid è avvenuto ieri e le forze dell’Idf che operavano nell’area non sapevano che il leader di Hamas potesse trovarsi nell’edificio colpito. E’ quanto rivela Channel 12, ripresa da Times of Israel, aggiungendo che sono stati visti diversi combattenti entrare nell’edificio e per questo è stato ordinato un bombardamento che ha fatto crollare la struttura.

Quando i soldati israeliani sono andati a ispezionare tra le macerie, si sono accorti che “uno dei terroristi uccisi assomigliava molto a Sinwar”.

Gli ultimi messaggi del leader di Hamas risalgono al mese scorso. Il 10 settembre aveva rilasciato la sua prima dichiarazione dall’inizio della guerra, per congratularsi con il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune per la sua vittoria elettorale, in un messaggio ripreso dal canale telegram di Hamas.

Il giorno successivo, il suo ufficio aveva fatto sapere che Sinwar aveva scritto delle lettere per ringraziare coloro che avevano fatto le condoglianze dopo la morte di Ismail Haniyeh, il suo predecessore ucciso il 31 luglio a Teheran. E il 13 settembre aveva infine inviato una lettera all’allora capo di Hezbollah Hassan Nasrallah, morto anche lui in un raid israeliano due settimane dopo a Beirut.

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