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Aids: da virus mortale a farmaco, un libro racconta i 2 volti dell’Hiv

13 Marzo 2023

Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) – Per molto tempo l’Hiv è stato considerato un nemico invincibile. Oggi non solo esistono terapie che permettono alle persone sieropositive di vivere una vita normale, ma i ricercatori sono anche riusciti a sfruttare le caratteristiche di questo virus per trasformarlo in un farmaco di precisione. Da malattia a cura, grazie anche al contributo di due medici e scienziati italiani, padre e figlio. A raccontarlo in prima persona nel libro ‘La cura inaspettata’ (Mondadori), da domani in libreria, è Alessandro Aiuti, vicedirettore dell’Istituto San Raffaele-Telethon per la terapia genica (Sr-Tiget) di Milano, insieme ad Annamaria Zaccheddu, divulgatrice scientifica della Fondazione Telethon.

Il padre di Aiuti, Fernando (1935-2019) – ricorda una nota – è stato uno dei primi in Italia a occuparsi di Aids, tanto dal punto di vista medico e scientifico quanto nella lotta allo stigma che circondava i malati: celebre ancora oggi è la foto in cui bacia una donna sieropositiva all’Hiv – Rosaria Iardino, oggi presidente della Fondazione The Bridge – per dimostrare come la saliva non fosse un veicolo di infezione. E’ stato inoltre tra i fondatori dell’Anlaids, la prima associazione nata in Italia per contrastare la diffusione dell’Hiv/Aids. Il figlio Alessandro ne ha poi raccolto il testimone, diventando un ricercatore di frontiera nel campo della terapia genica e sfruttando una versione ‘riveduta e corretta’ dell’Hiv per riscrivere la storia delle malattie genetiche.

Fin dal 1996 Aiuti lavora nell’Istituto di ricerca nato grazie alla joint venture tra l’Ospedale San Raffaele di Milano e la Fondazione Telethon, l’Sr-Tiget. Diretto da Luigi Naldini, proprio lo scienziato che per primo ha dimostrato la possibilità di sfruttare l’Hiv per costruire vettori di geni terapeutici, questo istituto è oggi tra i protagonisti assoluti nel campo delle terapie avanzate a livello internazionale. Aiuti è anche direttore dell’Uo di Immunoematologia pediatrica dell’Irccs Ospedale San Raffaele. All’UniSr è professore ordinario di Pediatria e direttore della Scuola di specializzazione in Pediatria. Dal 2019 è membro del Comitato per le terapie avanzate dell’Agenzia europea del farmaco Aifa. Zaccheddu, laureata in Biotecnologie mediche all’Università di Milano, ha conseguito il Master in Comunicazione della scienza alla Scuola internazionale superiore di studi avanzati (Sissa) di Trieste. Dal 2008 lavora presso la Fondazione Telethon, dove si occupa di comunicazione scientifica e istituzionale.

Attraverso il punto di vista di padre e figlio, La cura inaspettata ricostruisce quarant’anni di ricerca sull’Hiv: dalla sua identificazione alla scoperta dei farmaci antiretrovirali, dall’utilizzo di una versione innocua del virus nella terapia genica alle questioni ancora aperte in termini scientifici e di accesso alle terapie. Il tutto attraverso le storie di personaggi famosi che hanno segnato l’immaginario collettivo, come Freddie Mercury, Lady Diana, Madre Teresa di Calcutta o Rudolf Nureyev. Non mancano poi le testimonianze originali di scienziati e medici, pazienti, organizzazioni e associazioni.

In questa storia di scienza e famiglia – si rimarca nella nota – vengono messi in risalto il potere della ricerca nell’offrire soluzioni sorprendenti, il ruolo di personaggi famosi e mezzi di informazione nell’influenzare l’opinione pubblica anche in ambito sanitario, la diffusione di fake news, l’emergere di sedicenti terapie alternative, il negazionismo, l’importanza della relazione umana tra medici e pazienti, le diseguaglianze tuttora esistenti nell’accesso alle cure: dinamiche quanto mai attuali, anche alla luce della recente esperienza vissuta con la pandemia da Covid-19. E di come, infine, la ricerca italiana abbia avuto un ruolo cruciale nel trasformare il responsabile della ‘peste del secolo’ in farmaci salvavita contro malattie genetiche rare e tumori.

Per l’importante ruolo sociale avuto in questi anni, e in particolare in questa storia, gli autori hanno deciso di donare i proventi del libro a Fondazione Telethon e Anlaids.

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