app-menu Social mobile

Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app

Artrite, 1 paziente su 3 non segue correttamente cure

26 Giugno 2023

Roma, 26 giu. (Adnkronos Salute) – Circa il 30% dei pazienti con artrite reumatoide, che diventano il 40% in chi soffre di artrite psoriasica, non segue correttamente la terapia, con un alto rischio di aumento dell’infiammazione e di disabilità, oltre che di un importante aumento dei costi per cure e assistenza. All’origine del fenomeno una scarsa comunicazione medico-paziente, che comporta preoccupazioni spesso infondate nei malati rispetto ai possibili effetti collaterali e la convinzione che l’interruzione o la temporanea modifica delle terapie non abbia conseguenze. È uno dei temi affrontati in occasione del recente congresso dell’Eular, European Alliance of Associations for Rheumatology, che si è tenuto a Milano, a testimonianza – ha spiegato Gian Domenico Sebastiani, presidente Società italiana di reumatologia (Sir) – “dell’importanza della reumatologia italiana”.

“L’elevato livello della nostra ricerca scientifica – ha aggiunto – permette un costante miglioramento delle terapie e dei loro livelli di tolleranza, con aumento della qualità di vita dei pazienti e diminuzione delle disabilità: se non è possibile guarire una malattia cronica siamo però in grado di bloccarne l’attività. Ovviamente, però, i farmaci devono essere assunti regolarmente e secondo le indicazioni del proprio medico. Il nostro impegno oggi, soprattutto rispetto a malattie infiammatorie come le artriti, che colpiscono ben 5 milioni persone, è proprio verso una maggiore consapevolezza del paziente riguardo l’importanza di assumere correttamente i farmaci. Un aiuto significativo può arrivare dai lay summaries, riassunti ‘laici’ sulle indicazioni di utilizzo dei farmaci rivolti ai non addetti ai lavori, strumenti utili per l’accompagnamento del paziente nella terapia”.

“Diversi studi – aggiunge Annamaria Iagnocco, past president Eular – hanno dimostrato come la scorretta assunzione dei farmaci, con modalità e tempi diversi rispetto a quanto indicato dal medico, con interruzioni volontarie o dosi ridotte, riduca significativamente la risposta. Il motivo della scarsa aderenza è legato a una non corretta comprensione, da parte del paziente, dell’importanza della continuità del trattamento”. Un ruolo significativo “nella comunicazione con il paziente può essere svolto dalle infermiere dedicate e dai professionisti della salute, perché possano, anche loro, far comprendere le indicazioni e i limiti delle diverse terapie”.

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

Tumori, studio: “Con nuovo regime cura a 3 anni 77% pazienti libero da progressione”

12 Dicembre 2024
Roma, 12 dic. (Adnkronos Salute) – Un nuovo trattamento completamente orale a durata fissa può ca…

Influenza, ecco quando è previsto il picco dei contagi

12 Dicembre 2024
roma, 12 dic. (Adnkronos Salute) – Si prevede un aumento dei casi di influenza “nelle prossime se…

Campitiello (Min. Salute): “Salute riproduttiva a rischio con obesità, fumo e sedentarietà”

12 Dicembre 2024
Roma, 12 dic. (Adnkronos Salute) – “In Italia, ormai da anni, il problema della bassa natalità e …

Natalità, Colacurci: “Diventare genitori non è tra progetti dei giovani”

12 Dicembre 2024
Roma, 12 dic. (Adnkronos Salute) – “Oggi i giovani non solo sono poco attenti agli stili di vita …

Iscriviti alla newsletter de
La Ragione

Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.

    LEGGI GRATIS La Ragione

    GUARDA i nostri video

    ASCOLTA i nostri podcast

    REGISTRATI / ACCEDI