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Caldo, ostetriche: “Allattamento può essere più faticoso e bebè cambia ritmi”

8 Luglio 2025

Roma, 8 lug. (Adnkronos Salute) – Il caldo estivo “può rendere l’allattamento più faticoso. Le elevate temperature, il sudore e lo stretto contatto fisico che mamma e bambino hanno durante le poppate, possono essere causa di un maggiore affaticamento. Inoltre il bambino può cambiare i suoi ritmi di suzione e chiedere il seno più frequentemente e questo può indurre a pensare erroneamente che il latte possa non essere più sufficiente o nutriente oppure le madri possono avere il dubbio se sua necessario o meno dare acqua al bambino”. A Fare il punto sono Cristina Panizza e Angela Maccagnola, consigliere della Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica (Fnopo).

Anzi, dare acqua può interferire con la produzione di latte. “La produzione dipende dalla frequenza delle poppate: se il bambino riceve acqua, potrebbe attaccarsi meno e questo riduce la stimolazione del seno. D’estate, dunque, può capitare che il bambino poppi più spesso e per tempi più brevi: “È del tutto normale – sottolineano le ostetriche – e rappresenta il suo modo di regolare l’idratazione. Non significa che il latte non basti”.

“È importante sapere – chiariscono Panizza e Maccagnola – che nei primi sei mesi di vita, se il bambino è allattato esclusivamente al seno, non è necessario somministrare acqua. Il latte materno è composto per oltre l’80% da acqua e si adatta naturalmente alle esigenze del bambino, garantendogli tutta l’idratazione di cui ha bisogno. Se il bambino, invece, ha già iniziato lo svezzamento è possibile, oltre al latte materno, offrire anche dell’acqua”. L’allattamento al seno è molto più che nutrizione: “è una scelta di salute, un investimento sul benessere a breve, medio e lungo termine del bambino, della madre e della collettività. Eppure – ricorda la Fnopo – in Italia, solo il 45% dei bambini viene allattato al seno alla nascita, e la percentuale scende al 30% già nei primi due-tre mesi di vita”.

“Nonostante le evidenze scientifiche, i tassi di allattamento rimangono troppo bassi. Spesso le mamme si scoraggiano alle prime difficoltà perché non ricevono il supporto necessario”, chiosano Panizza e Maccagnola.

Per capire se un neonato è ben idratato basta osservare alcuni segnali: “Il bambino deve bagnare almeno 6-8 pannolini al giorno con urine chiare. Se ne bagna meno di 5 o se le urine sono scure e dall’odore intenso, potrebbe essere un segnale di disidratazione. Anche secchezza di labbra e bocca, irritabilità o sonnolenza eccessiva devono essere valutate”, aggiungono le ostetriche.

È importante anche il benessere della mamma, che deve prestare attenzione alla propria idratazione: “Bere almeno due litri di acqua al giorno è fondamentale. Il riflesso della sete – osservano – è un segnale naturale che accompagna la poppata. Si può integrare l’acqua con tisane fresche o succhi naturali, evitando bevande gassate o ricche di caffeina. Anche frutta e verdura di stagione sono utili per mantenere un buon apporto di liquidi”.

Le ostetriche consigliano inoltre: di allattare in ambienti freschi e ben ventilati; di usare aria condizionata o deumidificatori, evitando getti diretti sul corpo di mamma e bambino; di evitare di uscire nelle ore più calde; di indossare indumenti comodi, in fibre naturali, sia per la madre che per il bambino. “Un altro accorgimento utile – proseguono Panizza e Maccagnola – è utilizzare panni di cotone molto leggeri tra la pelle della mamma e quella del bambino durante le poppate o il contatto pelle a pelle, per assorbire il sudore. Fare piccoli bagnetti prima o dopo l’allattamento può essere un modo per rinfrescarsi e rendere più confortevole il momento della poppata. In caso si utilizzi il babywearing è utili appena si toglie il bambino dalla fascia allattarlo per idratarlo”.

Anche per i bambini nutriti con formula si deve prestare attenzione: “È bene evitare di scaldare troppo il latte artificiale e ricordare che, anche in questo caso non è necessario somministrare acqua, fino a quando non sia iniziato lo svezzamento, salvo diversa indicazione del pediatra. Se ci sono dubbi o difficoltà – concludono le rappresentanti della Fnopo – è importante chiedere aiuto. Le ostetriche sono presenti nei consultori, nei punti nascita, nei servizi ambulatoriali o in libera professione. Non bisogna mai sentirsi sole: l’allattamento è un percorso che va accompagnato e sostenuto”.

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