Cancro prostata metastatico, oncologo Procopio: “Fondamentale test genomico”

Roma, 28 gen. (Adnkronos Salute) – “Oggi, in presenza di una malattia metastatica in un tumore alla prostata, non si può prescindere dal fare il test” genomico. “Prima lo si effettua, meglio è. Pertanto, è importante non esitare o indugiare. Sappiamo che le situazioni territoriali italiane sono molto diverse ed è un aspetto più che comprensibile, ma proprio perché a volte i tempi potrebbero non essere brevi, nella malattia avanzata non si deve aspettare a chiedere il test, bisogna farlo il prima possibile”. Lo ha detto Giuseppe Procopio, direttore del Programma prostata e dell’Oncologia medica genitourinaria della Fondazione Irccs Istituto nazionale dei tumori di Milano, partecipando all’incontro con la stampa ‘Tumore della prostata: la terapia mirata cambia la pratica clinica’, organizzato da AstraZeneca e Msd oggi a Milano.
“Lo studio PROpel – spiega Procopio – è un grosso studio randomizzato di fase 3 che ha validato una combinazione abiraterone-olaparib rispetto alla monoterapia costituita dall’abiraterone. La combinazione è superiore in sopravvivenza libera da progressione radiologica in tutti i pazienti. L’analisi di sottogruppo evidenzia che nei pazienti in cui è presente la mutazione di Brca1 e Brca2 la differenza in questo obiettivo è veramente rilevante e lo è anche in termini di sopravvivenza globale: vi è una riduzione del rischio di progressione o morte che arriva oltre il 70%. Questo significa avere una rilevanza clinica importante nel controllo della malattia e in termini di aspettativa di vita, in particolare in chi ha una mutazione di Brca 1 e Brca 2”, conclude lo specialista, rimarcando l’importanza di un rapido accesso al test genomico.
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