Cancro retto, italiani su Lancet: “25% pazienti può guarire senza chirurgia”
Milano, 25 nov. (Adnkronos Salute) – Guarire il cancro del retto senza chirurgia. E’ possibile nel 25% dei pazienti – 1 su 4 – secondo lo studio italiano No-Cut pubblicato su ‘The Lancet Oncology’, che promette di cambiare la pratica clinica contro un tumore che nel mondo colpisce ogni anno 700mila persone (oltre 14mila solo nel nostro Paese) con 340mila morti (circa 5mila in Italia). Il lavoro è coordinato da ricercatori dell’ospedale Niguarda e dell’università Statale di Milano, con il sostegno dell’Airc.
“Complessivamente possiamo affermare che l’approccio validato dalla sperimentazione clinica No-Cut rappresenta un progresso significativo per le persone affette da carcinoma del retto ed è una pietra miliare dell’oncologia – dichiara Salvatore Siena, direttore dell’Oncologia Falck di Niguarda, professore ordinario di Oncologia medica nel Dipartimento di Oncologia ed mato-oncologia (Dipo) di UniMi e autore senior dello studio – I dati emersi nello studio No-Cut dimostrano infatti che, quando le terapie preoperatorie eliminano il tumore, la chirurgia può lasciare il posto a un attento follow-up, offrendo così la possibilità di guarire senza necessità di intervento. I risultati raccolti hanno infatti confermato la sicurezza di questa strategia, che è diventata un’opzione consolidata nelle linee guida terapeutiche per il carcinoma del retto”.
Nello studio – illustra una nota – sono stati coinvolti 180 pazienti con carcinoma del retto localmente avanzato curati con terapia neoadiuvante totale, ossia con 4 somministrazioni di terapia medica oncologica seguita da radio e chemioterapia. Di questi, coloro che hanno ottenuto una risposta clinica completa, ossia circa il 25%, ha potuto evitare la chirurgia del retto senza che sia aumentato il rischio di sviluppare metastasi in altri organi. I carcinomi del retto localmente avanzati, esclusi quindi gli stadi iniziali e quelli metastatici, sono circa un terzo di tutti i nuovi casi. Fino ad oggi la guarigione è possibile con una terapia multimodale comprensiva di radioterapia, terapia medica oncologica e chirurgia del retto. Ma ora quest’ultima, grazie ai risultati appena pubblicati, può essere evitata in un quarto dei casi senza compromettere la possibilità di guarigione.
“Nello studio No-Cut – commenta Gianluca Vago, Direttore Dipo UniMi – c’è un’importante componente traslazionale: i medici e i ricercatori hanno infatti utilizzato strumenti diagnostici avanzati, come l’analisi del Dna tumorale circolante (con la cosiddetta biopsia liquida) e delle caratteristiche di trascrizione dei singoli tumori. Lo scopo era identificare i pazienti che possono beneficiare della terapia neoadiuvante e dell’approccio non-chirurgico o quelli che, non beneficiandone affatto, possono essere avviati alla chirurgia immediatamente, evitando trattamenti non efficaci. Questo studio evidenzia l’altissimo valore della ricerca del nostro Paese, in grado di cambiare la pratica clinica a beneficio dei pazienti”.
No-Cut, concepito nel 2017 e aperto all’arruolamento dei pazienti dal 2018 al 2024 – ricorda la nota – è promosso da Niguarda e università degli Studi di Milano ed è stato condotto in 4 centri oncologici: lo stesso Niguarda (principal investigator Salvatore Siena), l’Istituto europeo di oncologia di Milano (principal investigator Maria Giulia Zampino), l’Istituto oncologico veneto di Padova (principal investigator Francesca Bergamo) e l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo (principal investigator Stefania Mosconi). Hanno contribuito agli studi traslazionali e alla statistica l’Ifom – Istituto Fondazione di oncologia molecolare, l’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, l’Istituto di Candiolo e l’università di Torino. Lo studio è stato reso possibile dalla partecipazione delle 180 persone ammalate di cancro del retto e dei loro familiari, e grazie al lavoro di molti ricercatori: medici oncologi, radioterapisti, chirurghi, radiologi, endoscopisti, patologi, psicologi, fisici, biologi, farmacisti, infermieri, statistici e anche tecnici di radioterapia, di radiologia, di laboratorio e amministrativi della logistica.
No-Cut è stato finanziato da Fondazione Airc per la ricerca sul cancro, Fondazione Oncologia Niguarda Ets e ospedale Niguarda. I primi autori della pubblicazione su ‘The Lancet Oncology’ sono ex-aequo Alessio Amatu (oncologo ad alta specializzazione e responsabile del Molecular Tumor Board di Niguarda) e Giorgio Patelli (oncologo e PhD student UniMi, Ifom e Niguarda).
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