Chirurgia, a Bologna intervento alla schiena che in Usa costa 1 mln di dollari
Milano, 1 mar. (Adnkronos Salute) – Una nuova vita, senza più dolore e con 15 centimetri guadagnati in altezza. Così è rinata Linda, nome di fantasia, una 16enne operata alla schiena nel novembre scorso all’Istituto ortopedico Rizzoli-Ior di Bologna per una grave forma combinata di scoliosi e cifosi (cifoscoliosi idiopatica) che le aveva procurato anni di dolore e rinunce, e che rischiava di ‘schiacciarle’ gli organi vitali. Un intervento effettuato dall’équipe della Chirurgia vertebrale diretta da Alessandro Gasbarrini, seguito da un lungo periodo di riabilitazione che ancora continua. Oggi però la giovane “ha recuperato la funzionalità completa”, spiegano i sanitari. Un lieto fine che negli Usa, sottolinea la direzione dello Ior, sarebbe costato più di un milione di dollari.
Ci sono volute 7 ore – riferiscono dal Rizzoli – per riportare la schiena di Linda alla sua posizione naturale, “aumentando l’altezza della ragazzina di 15 centimetri ed eliminando le cause di anni di dolore e progressive limitazioni ai movimenti, e di rischi sempre più alti di compromissione di organi vitali”. L’intervento “è stato complesso e delicato – racconta Gasbarrini – perché l’incurvatura arrivava a piegare la colonna vertebrale di 90 gradi: immaginate la colonna che di norma è dritta e invece a metà schiena devia formando un angolo retto. A questo si sommava un’ulteriore deviazione dell’osso piegato in avanti nella cassa toracica”. Durante l’operazione è stata anche rimossa una vertebra toracica, e sono state inserite viti e barre metalliche nelle vertebre vicine per mantenerle nella posizione corretta. La vertebra rimossa è stata sostituita con una protesi vertebrale in titanio.
“Il rischio di paralisi era molto alto – evidenzia Gasbarrini – a causa della deviazione nella parte alta della colonna, dove il midollo ha poco spazio, e delle importanti cicatrici anche a contatto con il midollo stesso, lasciate da precedenti interventi a cui la paziente era stata sottoposta prima di arrivare al Rizzoli. Per questo è stato essenziale, insieme a quello dei chirurghi vertebrali, il lavoro dell’équipe di anestesisti, tecnici di fisiopatologia e infermieri di sala operatoria: senza le loro competenze interventi come questo non sarebbero possibili. E quando ho ricevuto il selfie del ‘prima e adesso’ – confessa il chirurgo – abbiamo condiviso un momento di intensità particolare”.
All’arrivo in reparto, dopo 5 giorni in terapia intensiva post intervento – proseguono dallo Ior – Linda si è potuta alzare in piedi ed è subito iniziato il percorso di riabilitazione, proseguito poi a casa. Oggi è di sole due sedute alla settimana, perché la ragazza ha recuperato la funzionalità completa essendosi il corpo abituato alla nuova anatomia della schiena, mentre prima di essere operata faticava anche a lavarsi i capelli da sola.
“Per sottoporsi a un intervento come questo – precisa il direttore generale del Rizzoli, Anselmo Campagna – negli Stati Uniti d’America serve oltre un milione di dollari. Può sembrare incredibile, ma abbiamo visto i preventivi fatti a nostri pazienti che prima di arrivare al Rizzoli, ospedale di ricerca pubblico, si sono rivolti a centri nordamericani. La ragion d’essere del nostro Istituto è proprio questa: garantire a chiunque ne ha bisogno l’eccellenza di cura, raggiunta attraverso ricerca e specializzazione, che è in grado di rispondere a situazioni di massima criticità”.
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