Ciccozzi, aumento casi Covid non preoccupante ma inammissibile numero morti
Roma, 25 ago (Adnkronos Salute) – “Dopo un normale calo della curva epidemiologica di Covid-19, avendo raggiunto il plateau già da metà luglio, vediamo ora un andamento che rispecchia il periodo vacanziero in cui siamo, e in particolare i giorni di Ferragosto quando il movimento della popolazione è stato maggiore, con più possibilità di contagi e con un maggiore abbandono delle misure di precauzione”. Così Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della facoltà di Medicina del Campus Bio-Medico di Roma, commentando i nuovi dati della Fondazione Gimbe (+18,7% contagi in 7 giorni), sostiene che “non è l’andamento dei casi a doverci preoccupare, quanto invece l’inammissibile elevato numero di morti che continuiamo a contare”.
L’esperto – sentito dall’Adnkronos Salute – sottolinea come, a suo giudizio, l’aumento di casi settimanali “è un effetto della movimentazione e di un ‘rilassamento’ della popolazione durante le ferie ferragostane, quindi della maggiore circolazione virale, più che di un ‘rimbalzo’ conseguente al minor numero di contagi rilevati nel lungo weekend di ferragosto”, come sostenuto dal presidente Gimbe, Nino Cartabellotta. E sugli altri dati evidenzia l’importanza dell’ennesimo calo delle terapie intensive (-15,1%) e dei ricoveri ordinari (-15,5%). Ma “come avevo detto pubblicamente, una settimana fa – ribadisce Ciccozzi – non è tanto il numero dei contagi che preoccupa, perché l’epidemiologia sappiamo come controllarla, con le misure che conosciamo e con tutte le cure che abbiamo a disposizione, quanto il numero dei decessi”.
“Non posso pensare di convivere con un virus che si sta adattando a noi ma che fa ancora 100 morti al giorno”, ammonisce Ciccozzi. “E’ inammissibile, bisogna interrogarci su questo e indagare. Ci sono state diverse voci di esperti concordi con la mia posizione ma, cosa finora mai fatta, è che bisogna chiedersi se la mortalità è cambiata prima e dopo Omicron. In altre parole – prosegue – Omicron non dà problemi ai polmoni ed è meno ‘pesante’ in termini di malattia, dunque la mortalità dovrebbe essere ridotta rispetto a Delta e Alfa, ma nessuno, neanche l’Istituto superiore di sanità, ha mai fornito numeri che rispondono a questa domanda”.
“Ragionare sui dati di mortalità è qualcosa che dovevamo fare già da un paio di anni – sostiene – perché non è possibile avere oltre 170mila vittime, così come è inammissibile oggi, con Omicron, avere 100 morti al giorno. E’ su questo che bisogna interrogarci, non tanto sull’epidemiologia dei contagi, che a inizio settembre segneranno sicuramente un lieve rialzo, poiché a fine vacanza le persone si sono incontrate e hanno avuto modo di contagiarsi di più, perché c’è il rientro al lavoro. E i casi aumenteranno ancora un po’ dopo la riapertura delle scuole e a causa dei mezzi pubblici affollati. Ma su questo sappiamo come comportarci. Resta invece da capire la causa dell’eccesso di morti, e bisogna interrogarci seriamente su questo”.
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