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Corte conti Piemonte, troppo elevato ricorso a medici gettonisti

28 Febbraio 2023

Torino, 28 feb. (Adnkronos Salute) – Il ricorso a medici cosiddetti ‘gettonisti’ per far fronte alla carenza di personale sanitario ha accentuato i costi del servizio senza assicurare un’adeguata continuità assistenziale. A rilevarlo la presidente della sezione di controllo della Corte dei conti del Piemonte, Maria Teresa Polito, che ha in inviato una lettera al ministro della Salute, Orazio Schillaci, in cui si sollecitano, in considerazione del fatto che il problema non è solo regionale ma nazionale, misure che “indirizzino la programmazione delle assunzioni di sanitari nel tempo e blocchino l’esodo verso il settore privato”.

“L’assenza adeguata di programmazione e della valutazione degli esiti delle scelte effettuate nelle anni addietro, numero chiuso a medicina, numero limitati nei bandi per le scuole di specializzazione, gestione restrittiva dei piani di rientro in diverse regioni con elevati disavanzi finanziari – scrive Polito nella relazione – hanno prodotto l’assenza di bilanciamento fra domanda sanitaria e offerta di medici per soddisfarla”. Questo, secondo Polito “ha indotto a ricercare formule organizzative necessitate ma non adeguate, sia sotto il profilo economico che della qualità del servizio reso, con evidente nocumento di un diritto essenziale come quello della salute costituzionalmente tutelato”.

A questo proposito nella relazione si fa riferimento a i cosiddetti ‘medici gettonisti’ “a cui le aziende ricorrono, attraverso convenzioni con cooperative, per garantire alcuni servizi essenziali, fra cui quelli di pronto soccorso ed altri in diverse specialità”. Rilevando che negli ultimi anni questi rapporti si sono “decuplicati”, Polito esprime preoccupazione “per l’abbandono delle strutture pubbliche da parte dei medici” e perché “non esistono regole di accreditamento che impongono standard comuni e imprescindibili nella definizione delle convenzioni”. “Anche in vista degli importanti investimenti connessi al Pnrr – osserva ancora Polito – si rileva che le assunzioni periodiche e temporanee fino al 2026 del personale sanitario non possano considerarsi delle soluzioni adeguate rispetto agli ingenti investimenti individuati per la creazione delle case e degli ospedali di comunità e anche nell’ambito delle innovazioni tecnologiche acquisite”.

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