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Covid e variante Arturo, sintomi congiuntiviti nei bimbi: cosa dicono gli esperti

15 Aprile 2023

Roma, 15 apr. (Adnkronos Salute) – L’arrivo in Italia della variante Covid XBB.1.16 o ‘Arturo’ certificato ieri dalla survey dell’Istituto superiore di sanità, “è un evento atteso, prima o poi doveva capitare che arrivasse in Italia. È posta sotto attenzione perché si sta diffondendo molto in India, come tante altre in precedenza. Se è veramente più contagiosa, potrebbe prendere il posto di ‘Kraken’ che comunque è passata quasi inosservata. Penso sarà lo stesso per ‘Arturo’, ma se non fosse così però e ci fosse un aumento di casi nei bambini con correlati casi di congiuntivite” tra i sintomi, “sarà un chiaro segnale e monito alla necessità di aumentare la copertura vaccinale nei giovani”. Così all’Adnkronos Salute Mauro Pistello, direttore dell’Unità di virologia dell’azienda ospedaliera universitaria di Pisa, vicepresidente della Società italiana di microbiologia e tra i fondatori della rete di sequenziamento dell’Istituto superiore di sanità (Iss).

Per Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, “il fatto che la sorveglianza genomica dell’Iss abbia trovato la variante Covid XBB.1.16 o ‘Arturo’ in Italia non ci deve sorprendere, quasi sicuramente è arrivata dall’India dove c’è un aumento dei casi Covid dovuto proprio a XBB.1.16. Non deve esserci allarme, dobbiamo sapere ormai dopo tre anni di emergenza Covid che i virus viaggiano con le persone e non ci sono confini. Lunedì avremo a disposizione nel nostro laboratorio 10 sequenze XBB.1.16 e inizieremo a fare analisi più approfondite, dai lavori precedenti è possibile dire che le mutazioni della proteina ‘spike’ ci fanno pensare che ‘Arturo’ derivi da ‘Kraken’ che, come abbiamo visto, dà sintomi lievi di malattia Covid”.

I primi casi di variante ‘Arturo’ in Italia “ci ricordano che il virus è ancora tra noi e rimarrà a lungo. Xbb.1.16 fa sempre parte della famiglia Omicron: è un po’ immuno-evasiva e ha un’alta contagiosità, con manifestazioni cliniche che ci riportano all’inizio della storia del virus, come la congiuntivite. Questo fa parte delle piccole variazioni antigeniche di Sars-Cov-2, che sappiamo non colpisce solo le vie respiratorie. In questo caso, non abbiamo particolare motivo di preoccupazione” è il quadro tracciato da Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano.

“Il Covid ha ormai un andamento ondulante – spiega – con tendenza a decrescere nel nostro Paese. La pandemia non va in sincrono in tutto il mondo: l’India fronteggia una nuova ondata, da noi la situazione è sotto controllo, con un basso impegno dei reparti ordinari e delle terapie intensive. Ma abbiamo ancora oltre 100 morti al giorno, soprattutto anziani con diverse malattie a carico e vaccinati da tempo. Credo che vada organizzata una vaccinazione anti-Covid ogni 6 mesi”.

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