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Covid: Fiaso, nei reparti ordinari +16,7% di no vax

22 Dicembre 2021

Roma, 22 dic. (Adnkronos Salute)() – L’incremento dei non vaccinati nei reparti ordinari è del 16,7% mentre diminuiscono del 2% i vaccinati ricoverati. E i pazienti non vaccinati ammontano al 53% del totale. È quanto emerge dal report degli ospedali sentinella della Federazione italiana Aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso), la cui rilevazione, effettuata in data 21 dicembre, riguarda in tutto 21 strutture sanitarie ospedaliere. Fiaso registra inoltre che il tasso di crescita dei ricoveri Covid rimane più o meno stabile al 7%. Il numero dei pazienti ospedalizzati per Covid cresce, dunque, a ritmo costante ma – spiega la Fiaso – è a tutti gli effetti una pandemia a due velocità: accelera per quanto riguarda il numero dei no vax, frena in relazione ai pazienti vaccinati. A finire in ospedale per aver contratto il virus sono sempre più soggetti non vaccinati.

La rilevazione nei 21 ospedali, un totale di 1.301 pazienti adulti, conferma il trend di crescita delle ospedalizzazioni pari al 7%, un dato simile anche se lievemente più basso rispetto a una settimana fa quando era stato registrato un aumento dell’8,5%. Netta la differenza di età fra vaccinati e non: i primi hanno in media 73 anni, i secondi 63 anni ovvero 10 anni in meno. Maggiori anche le comorbidità fra i vaccinati (73%), fra i non vaccinati, invece, il 50% dei ricoverati non soffriva di altre patologie. Netta prevalenza di soggetti di sesso maschile fra i ricoverati, che è accentuata rispetto alla settimana scorsa.

“Siamo di fronte a due epidemie: una che corre e riguarda i no vax che finiscono in rianimazione e sviluppano forme gravi della malattia da Covid e una più lenta che coinvolge i vaccinati, per lo più persone di età avanzata e con gravi patologie pregresse, e che non hanno ancora fatto la terza dose”,commenta il presidente Fiaso Giovanni Migliore. “Questo evidenzia ancora di più l’importanza della vaccinazione nella protezione dalla malattia e in particolare l’anticipazione della terza dose per i fragili”, conclude.

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