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Covid: Fnopi, +210% contagi operatori sanitari in un mese

3 Gennaio 2022

Roma, 3 gen. (Adnkronos Salute) – Piena quarta fase della pandemia e ospedali, ma soprattutto territorio a rischio: in un mese aumentano del 210% gli operatori sanitari contagiati (e di questi l’82% sono infermieri) e di quasi il 286% le persone contagiate. In tutto 135mila infermieri contagiati da inizio pandemia. E’ l’allarme lanciato dalla Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), che allerta sul fatto che “la carenza di professionisti della sanità si aggrava con i contagi e l’assistenza rischia di essere seriamente compromessa”.

La maggiore forza lavoro nelle strutture di ricovero e a domicilio – ricorda la Fnopi – sono infermieri, perché sono h24 accanto agli assistiti e perché sono i più numerosi e meglio formati sia dal punto di vista organizzativo che clinico per assistere le persone. Ma il ‘mese delle feste’ 2021 e le premesse del 2022 in questo senso non aiutano: gli operatori sanitari contagiati erano, secondo l’Istituto superiore di sanità, 4.142 il 2 dicembre 2021 e sono balzati a 12.870, +8.728 (+210%) in 30 giorni, il 2 gennaio, triplicando i contagi. Di questi circa 7.160 sono infermieri.

Certo, l’effetto vaccino, dose booster compresa, si fa sentire: a giugno 2020, con la prima fase della pandemia calante, ma senza vaccini, il rapporto operatori sanitari contagiati-popolazione contagiata era quasi del 13%, mentre già con le prime dosi di vaccino e senza varianti, che come la Omicron moltiplicano i contagi, a dicembre 2020 si scende a un valore medio di circa il 3%, legato anche alle misure di contenimento generali per le festività che hanno portato un crollo nei contagi della popolazione, per passare all’inizio di dicembre 2021, Omicron compresa, a circa l’1,6% e ancora, nonostante tutto, a inizio 2022, anche con i casi in aumento esponenziale, a circa l’1,3%. Questo grazie alla diffusione pressoché totale della dose booster tra gli operatori a contatto con gli assistiti, con casi di gravità minore per loro e stop dei decessi.

La Federazione degli ordini degli infermieri, lamenta però che “dopo averci definiti eroi, senza capire che quello è il nostro lavoro di tutti i giorni, dopo averci applauditi e premiati con bellissime parole, con pochi passi sarebbe ora di passare ai fatti, per rendere più forte, sicura e di qualità l’assistenza. Tre sono i passi a breve, medio e lungo termine – spiega la Fnopi – per dare forza all’assistenza: eliminare lacci e lacciuoli di una burocrazia barricata dietro il muro dell’incompatibilità che bisognerebbe abbattere per far fronte alla carenza, gravissima, di professionisti, che non consente oggi di mettere a disposizione dell’assistenza almeno 600mila ore a settimana in più di assistenza infermieristica, vitale per il territorio, i pazienti Covid, ma soprattutto per i non Covid, che si sono trovati soli nella pandemia”.

“Il secondo e il terzo passo sono per il medio e lungo periodo e riguardano la necessaria formazione di più operatori, soprattutto specializzati prevedendo una formazione con sbocchi anche clinici determinati dalle esigenze delle persone, per garantire la qualità dell’assistenza: infermiere di famiglia e comunità, infermiere scolastico, infermiere per la non autosufficienza, per le cure palliative, per l’assistenza agli anziani, per i cronici che ne hanno bisogno per la loro vita di tutti i giorni e così via”.

E ancora: “serve che siano aumentati, gradualmente, i posti a bando nelle Università per gli infermieri (la carenza di personale oggi riconosciuta da centri di ricerca e istituzioni, va dagli 80mila a oltre 101mila unità) e che per farlo sia previsto anche di aumentare il numero di docenti-infermieri in grado di garantire la giusta formazione di qualità. Sono cose che – lamenta la Fnopi – avevamo chiesto di inserire nella legge di Bilancio 2022, che non avrebbero creato difficoltà al sistema, ma nessuno ha voluto ascoltare, tranne i senatori di maggioranza e opposizione, che gli oltre 456mila infermieri iscritti agli Albi (il 60% circa del personale sanitario del Ssn) ringraziano per aver presentato gli emendamenti, caduti poi nel nulla. Infine l’indennità di specificità infermieristica, già finanziata nella legge di Bilancio 2021 e quindi senza bisogno di ulteriori oneri, che è stata agganciata a un contratto la cui applicazione definitiva non è certo imminente”.

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