Covid: medici Pronto soccorso, ‘in affanno per difficoltà organizzative’
Roma, 30 mar. (Adnkronos Salute) – Pronto soccorso italiani in affanno per difficoltà organizzative sempre maggiori: dall’imminente scadenza, con la fine dello stato di emergenza Covid, dei contratti del personale a termine, all’arrivo di pazienti con altre patologie che si scoprono positivi e che non si sa bene in quali reparti ricoverare, con conseguenti lunghe attese, le famose barelle ‘parcheggiate’ in Pronto soccorso. Sono solo alcune criticità di una lunga lista, quelle descritte all’Adnkronos Salute dal presidente della Società italiana della medicina di emergenza-urgenza (Simeu), Fabio De Iaco, fotografando la situazione attuale che vede “un incremento degli ingressi nei Pronto soccorso, ma per fortuna con situazioni non gravi, tanto che le rianimazioni per ora sono abbastanza risparmiate”.
De Iaco denuncia dunque “problemi organizzativi” in una situazione “molto eterogenea a livello nazionale, con regioni un po’ più risparmiate di altre, ma con difficoltà mediamente aumentate, fortemente condizionate dalle risorse regionali dedicate ai pazienti Covid”. “Stiamo assistendo a un aumento di pazienti che arrivano in Pronto soccorso per altri sintomi e altre patologie che poi scopriamo essere positivi al Covid. Questo – spiega – crea un problema organizzativo enorme, perché in questo momento è previsto che i pazienti Covid vengano ricoverati, indipendentemente dalla patologia, nei reparti dedicati al Covid, che di fatto sono sottratti ai pazienti non Covid”.
“Altra criticità – sottolinea il presidente Simeu – è che, con la fine dello stato di emergenza dal primo aprile, verranno ad essere sottratte molte risorse umane, con la decadenza di contratti sia personali sia in outsourcing con agenzie o cooperative. La fine dell’emergenza pone quindi un problema di gestibilità delle risorse, perché la spesa per il personale ricade sulle Regioni. Venendo a mancare risorse economiche dedicate al Covid, e quindi risorse umane, le difficoltà organizzative aumentano. Il problema riguarda tutto il personale, non solo del Pronto soccorso – puntualizza – perché se vengono meno i reparti Covid, e questo sta succedendo, abbiamo sempre più difficoltà a collocare questi pazienti, che spesso hanno necessità cliniche legate a patologie acute anche importanti”.
“In questo momento – dettaglia ancora De Iaco – c’è un dibattito su dove allocare questi pazienti: alcune Regioni si stanno orientando verso un isolamento nei reparti specialistici di competenza della patologia principale, e altre Regioni invece stanno reiterando il modello dei reparti Covid. Questo ha una ricaduta organizzativa pazzesca – osserva – e la prima conseguenza è che i pazienti Covid restino a lungo nei Pronto soccorso, le famose barelle ‘parcheggiate’ in attesa di ricovero. Un fenomeno già drammatico in passato, ora aggravato dal fatto questi pazienti vanno separati dai non Covid. I Pronto soccorso però – conclude – restano gli stessi di prima mentre i problemi aumentano”.
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