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Covid: minaccia Cerberus si smorza? Per esperti ‘alcuni segnali positivi’

8 Novembre 2022

Milano, 8 nov. (Adnkronos Salute) – La minaccia ‘Cerberus’? A dispetto del nome altisonante attribuito sui social a questa sottovariante di Omicron 5, in questo preciso momento non sembrerebbe concretizzarsi. Potrebbero suggerirlo alcuni apparenti “segnali positivi” indicati dagli esperti in diverse parti del mondo. Uno di questi arriva proprio dall’Europa, dalla Francia. Il Paese sta sperimentando l’ascesa di Cerberus, ma come osserva un professore di Biologia evoluzionistica dell’Università di Leuven (Belgio), Tom Wenseleers, mostrando su Twitter anche un grafico a supporto, la situazione sembrerebbe al momento “a posto sul fronte delle varianti. Ora Omicron BQ.1.1 non sta nemmeno più crescendo in numeri assoluti”, fa notare.

Potrebbe essere “un buon auspicio preliminare del fatto che per le festività natalizie potremmo non trovarci di fronte a un’ondata importante” di casi, secondo Eric Topol, scienziato americano direttore dello Scripps Research Translational Institute di La Jolla, California, che commenta i dati francesi. E aggiunge che “il booster bivalente” mirato a BA.5, si è appreso dagli ultimi dati diffusi, “induce una protezione” in termini di “immunità crociata nei confronti di BQ.1.1” e di un’altra variante ‘attenzionata’ dagli esperti internazionali, cioè una ‘figlia’ di Centaurus, BA.2.75.2.

Il virus Sars-CoV-2, riflette Topol in un focus pubblicato sempre sui social, “si è evoluto considerevolmente da quando la variante estiva BA.5 è diventata dominante a livello globale”. Cerberus ha raccolto “6 mutazioni da BA.2, predecessore di BA.5”, e ne ha tratto “un netto vantaggio di crescita (100%). E’ diventato dominante prima in Francia e sta per fare lo stesso negli Stati Uniti”. Ma “come Wenseleers ha evidenziato, BQ.1.1 sta perdendo forza durante la discesa, ‘è caduta come un sasso’. Non era previsto. E nonostante l’ondata BQ.1.1, in Francia i nuovi ricoveri Covid erano in costante calo. La preoccupazione per questa variante altamente immunoevasiva non si è manifestata” al momento. “Nello Stato di New York, dove BQ.1.1 è al livello più alto degli Stati Uniti (ancora ben al di sotto del picco in Francia), non si è ancora registrato alcun aumento dei ricoveri ospedalieri Covid, che è un altro segnale positivo”.

Topol osserva che è la prima volta in questa pandemia che si vede una tale divergenza fra ciò che emerge dai test di laboratorio in termini di fuga immunitaria e quanto si vede nella vita reale attualmente, cioè “prospettive cliniche benigne”. “In precedenza, incrementi sostanziali dell’evasione immunitaria erano associati a nuove ondate significative”, anche quando queste si verificavano in singoli Paesi e non magari poi nel resto del mondo (variante Beta in Sudafrica, variante Gamma in Sud America, e così via). Da un lato dunque ci sono i segnali positivi, dall’altro un invito sempre alla cautela: “Per BQ.1.1 c’è una chiara evidenza di fuga immunitaria che è piuttosto preoccupante: la prevista perdita di efficacia degli anticorpi monoclonali, Evusheld* o bebtlelovimab, che influisce sulla terapia preventiva per immunocompromessi o sulla terapia di backup quando Paxlovid non ha successo”, ragiona Topol.

L’esperto sceglie dunque due parole per descrivere come approcciarci al nodo nuove varianti in questa fase: “Cauto ottimismo”. Ci sono ancora “motivi di preoccupazione. I ricoveri statunitensi per Covid”, per esempio, “non scendono sotto i 25mila da diversi mesi e ora stanno un po’ aumentando, soprattutto nelle persone over 70. Questo accade senza ancora un ‘effetto BQ.1.1′ e fornisce una linea di base relativamente alta da cui partire. E’ qui che deve intervenire il booster bivalente, che è stato” invece “sottoutilizzato” negli States, lamenta Topol: “Solo il 15% circa delle persone di età dai 50 anni in su”, il gruppo che avrebbe maggiori vantaggi dal richiamo, “lo ha ricevuto”. E il “23% degli over 65”. E va ricordato, avverte ancora, che negli Usa “il tasso di richiami è molto inferiore a quello della Francia” e c’è anche “un gap rispetto a Singapore, che ha ottenuto buoni risultati contro XBB”, alias Gryphon sui social, sottovariante di BA.2 sotto la lente dell’Organizzazione mondiale della sanità insieme alla famiglia Cerberus.

Le altre preoccupazioni sono “la mancanza di quasi tutte le misure di mitigazione”, tipo mascherine. E “non possiamo” neanche “essere solo Covid-centrici”, aggiunge Topol, “poiché influenza e virus respiratorio sinciziale Rsv stanno causando gravi malattie e ricoveri in tutto il Paese, che probabilmente aumenteranno durante i mesi invernali”. In ogni caso, conclude, “le prospettive” sul fronte Covid “sono di gran lunga migliori di quelle che abbiamo passato negli ultimi 2 anni. Il muro immunitario costruito da vaccini, booster e infezioni sembra resistere a una sostanziale evoluzione del virus (almeno in Francia). Se riusciamo a superare i prossimi 2 mesi senza un’ondata significativa e non vediamo un’ulteriore evoluzione di Sars-CoV-2 (una grande incognita), è possibile che saremo in grado di dire che la fase pandemica è alle spalle”, dopo 3 anni.

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