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Covid: Nursind, ‘infermieri costretti a turni di oltre 17 ore, è illegale’

21 Febbraio 2022

Roma, 21 feb. (Adnkronos Salute) – “Le aziende sanitarie violano la legge chiedendo turni anche di 17 ore quando il massimo è di 12 ore e 50. L’urgenza, divenuta ormai normalità, è la parola magica con la quale si giustifica tutto. A 2 anni dalla pandemia possiamo dire che neanche il Covid ha cambiato qualcosa”. Così Stefano Barone, segretario nazionale Nursind, è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus per parlare del problema dei turni massacranti ai quali sono sottoposti gli infermieri, argomento divenuto tristemente noto dopo la morte della giovane Sara Viva Sorge.

“Purtroppo – prosegue – è un allarme che abbiamo lanciato anni fa. Tanti colleghi fanno notte e mattina di seguito, anche oltre le 17 ore a turno. Oggi, dopo 2 anni di pandemia, questa cosa è inammissibile. Il turno fatto in urgenza per un’assenza improvvisa ovviamente costringe il personale, per garantire l’assistenza, a proseguire l’orario di servizio. Costantemente però i colleghi si vedono in turnazione i doppi turni”, e “questo è figlio di una carenza ormai cronica che investe la categoria da più di 10 anni”.

“Siamo costretti ormai a parlare di normalità. Ricordiamo a tutti – ammonisce Barone – che questa è una violazione della legge. La permanenza in servizio è regolamentata per un massimo di 12 ore 50 e le aziende continuano a far permanere i colleghi per più di 17 ore. Le aziende continuano a violare quello che è regolamentato dalla legge, in nome dell’urgenza, che è diventata parola magica con cui tutto diventa lecito e giustificato”.

Eppure si era parlato di nuove assunzioni: “Le nuove assunzioni, soprattutto quelle avvenute nel primo periodo della pandemia – denuncia il segretario nazionale Nursind – sono state caotiche. I colleghi sono stati catapultati dentro gli ospedali, dentro i reparti Covid in particolare, dove dovevano osservare procedure nuove anche per gli anziani. Tante volte si faceva formazione con un video tutorial”.

C’è poi il problema delle aggressioni: “Il personale continua a rischiare quotidianamente di essere aggredito – sottolinea Barone – Di concreto non è stato fatto nulla. Stiamo cercando di far capire che un fabbisogno concreto e reale del personale infermieristico nelle unità operative abbatte del 20% la mortalità dei ricoverati, se c’è un rapporto adeguato tra infermieri e pazienti”.

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