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Covid: ‘Ogni 90 secondi’, documentario racconta 2 anni di pandemia in pronto soccorso

16 Febbraio 2022

Roma, 16 feb. (Adnkronos Salute)() – Un viaggio nei pronto soccorso d’Italia, una testimonianza in presa diretta sulla realtà vissuta da medici e infermieri del Pronto soccorso e del 118, un reportage intenso che li racconta attraverso le testimonianze dei lavoratori prima, durante e dopo la crisi sanitaria. E’ ‘Ogni 90 secondi – Storie di pronto soccorso fra emergenza e urgenza’, il documentario di Davide Demichelis, con la direzione creativa di Angela Gianotti che verrà presentato in anteprima dalla Società italiana di medicina di emergenza urgenza (Simeu) domenica 20 febbraio, a due anni dallo scoppio della pandemia, al Cinema Centrale Arthouse di Torino.

Il documentario racconta, forse per la prima volta in Italia, cosa avviene all’interno dei Pronto soccorso. Da Torino a Lodi, da Civitavecchia a Foligno, da Milano a Ostia, da Reggio Emilia a Orbassano, fino a Catania e Napoli: nei luoghi in cui 24 milioni di persone ogni anno si recano per cercare aiuto. Un racconto intimo “che dà voce a tutti i pronto soccorso d’Italia, come fossero un unico luogo, che – afferma Anna Maria Brambilla, direttore dell’ospedale Sacco – pur con le immense differenze che ci sono da regione a regione, parla una voce sola: quella della cura, dell’attenzione all’altro, del lavoro di squadra”. Perché il pronto soccorso per chi ci lavora è “una famiglia, una fidanzata, la mia casa, quello che ho scelto”, raccontano alcune delle voci ascoltate durante le riprese.

“In Italia c’è un’emergenza in pronto soccorso ogni 90 secondi”, racconta il dottor Andrea Fabbri e, gli fa eco nel documentario la dottoressa Paola Noto “non sappiamo mai chi entra da quella porta, ogni giorno è diverso dal precedente”. “E’ la complessità quotidiana che dobbiamo affrontare - aggiunge Stefano Paglia, direttore del pronto soccorso di Lodi e Codogno – gli aspetti più disparati da gestire, in pochi minuti, spesso pochi secondi dobbiamo fare scelte importanti per la vita di una persona. Per questo sono convinto che se al mondo restasse un solo medico, non potrebbe che essere un medico del pronto soccorso”.

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