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Covid: Oms, secondo la Cina 60mila morti legati al virus in 5 settimane

20 Gennaio 2023

Milano, 20 gen. (Adnkronos Salute) – Nelle 5 settimane dall’8 dicembre 2022 al 12 gennaio 2023, secondo il Meccanismo congiunto di prevenzione e controllo del Consiglio di Stato della Cina, il Paese ha registrato negli ospedali dell’intero territorio quasi 60mila decessi correlati a Covid-19 (59.938), di cui oltre 5mila (5.503) causati da insufficienza respiratoria da Covid. L’età media delle vittime era di oltre 80 anni, circa il 90% dei morti aveva un’età pari a 65 anni o superiore e la maggior parte dei decessi ha riguardato pazienti con patologie pregresse. Lo riferisce l’Organizzazione mondiale della sanità, in un focus dedicato alla Cina nell’ultimo report settimanale sull’andamento della pandemia.

I dati riportati, precisa l’Oms, sono quelli condivisi dal Paese con l’agenzia ginevrina il 14 gennaio. Numeri sui quali “non abbiamo ancora condotto un’analisi indipendente – puntualizza l’Oms – per mancanza di accesso ai dati alla base della panoramica” offerta dalle autorità cinesi in occasione dell’incontro di sabato scorso.

Le autorità sanitarie cinesi – spiega l’agenzia delle Nazioni Unite per la salute – riferiscono di aver condotto un monitoraggio delle visite ambulatoriali effettuate presso le 59.500 cliniche per la febbre attivate nel Paese, dal quale risulta un picco di quasi 3 milioni di visite (2,867 milioni) nella giornata del 23 dicembre 2022. Da allora gli accessi sono in calo, ha sottolineato la Cina. Secondo le autorità del gigante asiatico, anche il numero di pazienti segnalati nei reparti di emergenza e la quota di positivi a Sars-CoV-2 sono in diminuzione, dopo aver raggiunto un picco di oltre 1,5 milioni il 2 gennaio. Sempre in base ai dati condivisi dalla Cina, dal 27 dicembre 2022 al 3 gennaio 2023 il numero positivi a Covid classificati come gravi è aumentato rapidamente, fino ad arrivare a circa 10mila nuovi malati al giorno. Al 12 gennaio, il tasso di occupazione dei letti in area critica era del 75,3%.

“L’Oms continuerà a lavorare con la Cina come fa con tutti gli Stati membri – assicura l’agenzia – fornendo consulenza e supporto tecnico; si impegna ad analizzare la situazione, e andrà avanti a chiedere che dati provinciali dettagliati, disaggregati per settimana di segnalazione, vengano condivisi per supportate gli sforzi di sorveglianza in corso”.

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