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Covid: Ordine infermieri ricorda vittime, ‘non sempre ce l’abbiamo fatta’

18 Marzo 2022

Roma, 18 mar. (Adnkronos Salute) – “Il pensiero degli infermieri va oggi agli oltre 157mila morti per il Covid che in due anni abbiamo assistito, a cui siamo stati vicini e che avremmo voluto poter riportare alla vita di tutti i giorni dopo aver contratto il virus. Ma nonostante la vicinanza e l’assistenza e gli interventi clinici messi in campo, il tempo che abbiamo passato accanto a loro e alle loro famiglie per le quali siamo stati spesso l’unico e, purtroppo, ultimo contatto con i loro cari, perché, come dice il nostro Codice deontologico, il tempo di relazione è tempo di cura, nonostante i nostri numerosissimi colleghi che hanno dato la vita per aiutarli e quelli ancor più numerosi contagiati, ormai oltre 210mila da inizio pandemia, non sempre ce l’abbiamo fatta”. Così Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), nella giornata nazionale delle vittime per Covid.

“Voglio, tuttavia, sottolineare – aggiunge – che la capacità professionale e la volontà dei professionisti di non lasciare solo nessuno, non sarebbe stata sufficiente di fronte a una situazione di questa portata e senza precedenti, se non avessimo avuto accanto a noi un’organizzazione ed una comunità solidale che, lasciando da parte tutte le consuetudini, ci ha aiutato. Spesso come ha potuto, è vero, con ogni mezzo, affrontando le emergenze giorno dopo giorno, ma permettendo che oggi non dovessimo ricordare molti morti di più”.

“Ora il Governo ha segnato la strada e il cronoprogramma della fine dell’emergenza, nonostante i contagi non si fermino, ma con i vaccini che hanno assunto una indispensabile rilevanza al suo contenimento. Questo è il segno di ciò che i professionisti hanno ottenuto combattendo giorno dopo giorno, ora dopo ora, il virus sul campo”. “Ci auguriamo – conclude – che questa giornata del 2022 sia resti davvero una ‘giornata della memoria’, perché purtroppo ad oggi non è ancora così: è grazie al ricordo e alla storia che tutti insieme potremmo essere in grado di disegnare un vero futuro di salute”.

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