Covid: Ordine medici, ‘stop 15 giorni scuola e recupero a giugno’
Roma, 7 gen. (Adnkronos Salute) – Posticipare l’apertura delle scuole, recuperando poi a giugno. E’ la proposta che il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, lancia per cercare di contenere l’aumento dei contagi e dei ricoveri che sta mettendo a dura prova il Servizio sanitario nazionale. “C’è, tra i colleghi, una forte preoccupazione per il picco atteso verso la metà del mese”, spiega Anelli.
“Le misure messe in atto dal Governo sono importanti – continua – ma potrebbero non essere sufficienti per arginare il diffondersi dell’epidemia. I due anni trascorsi ci hanno insegnato che una misura davvero efficace è quella di limitare, in vista del picco, i contatti tra le persone. La riapertura delle scuole, in un momento in cui gli studenti hanno appena iniziato a vaccinarsi o a fare i richiami, a seconda delle fasce d’età, ci preoccupa, così come preoccupa i presidi. Per questo chiediamo uno stop di 15 giorni, da recuperare poi a giugno, quando dovremmo essere fuori dall’emergenza”.
“In molte zone d’Italia – continua – gli ospedali sono già in sofferenza e gli Ordini lanciano l’allarme: succede a Napoli, Palermo, Firenze, in Liguria, in Lombardia. Molti reparti si stanno trasformando in reparti Covid, con conseguente trasferimento del personale. Nelle terapie intensive, il 16% dei posti è occupato da pazienti Covid, limitando la possibilità di usufruirne ai pazienti delle urgenze (infarti, ictus, interventi chirurgici urgenti, complicazioni del parto, incidenti stradali…)”.
Tutto questo ha come conseguenza l’allungamento delle liste d’attesa, con possibili aggravamenti dei quadri clinici. Ribadiamo, ancora una volta, che il Covid non ha mandato in pensione le altre malattie: il nostro Servizio Sanitario pubblico deve ancora far fronte alla cura dei tumori, delle patologie cardiovascolari, delle malattie degenerative. Per questo invitiamo tutti i cittadini che ne hanno la possibilità a vaccinarsi, con il protocollo comprensivo del richiamo, in modo da cercare di limitare quadri clinici gravi che richiedano l’ospedalizzazione”.
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