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Covid: ricercatori sudafricani copiano il vaccino di Moderna

4 Febbraio 2022

Milano, 4 feb. (Adnkronos Salute) – I ricercatori di un’azienda biotecnologica sudafricana hanno affermato di aver quasi creato una copia del vaccino anti-Covid a mRna di Moderna, senza il coinvolgimento dell’azienda americana. La notizia è riportata sulla rivista ‘Nature’. Afrigen Biologics and Vaccines, con sede a Cape Town, ha prodotto solo microlitri del vaccino, sulla base dei dati che Moderna ha utilizzato per realizzare il suo prodotto scudo. Ma – si legge sul sito della rivista scientifica – il risultato è un traguardo importante per un’iniziativa più ampia lanciata dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), un hub di trasferimento tecnologico che punta a costruire una capacità produttiva di questi vaccini nei Paesi a basso e medio reddito.

“I vaccini di Moderna e Pfizer-BioNTech sono ancora destinati principalmente alle nazioni più ricche”, afferma Martin Friede, il funzionario dell’Oms che coordina l’hub. “Il nostro obiettivo è consentire ad altri Paesi di crearne di propri”. Rimangono molti passaggi prima che l’imitazione del vaccino a mRna firmata Afrigen possa essere distribuita alle persone in Africa. Ma quella realizzata dai ricercatori sudafricani è la prima fase del piano. La fase successiva del progetto prevede che diverse aziende del sud del mondo imparino da Afrigen a creare loro stesse lotti di vaccini, per testarli nei roditori. Entro la fine di novembre, l’Oms prevede che un’imitazione del vaccino Moderna sia pronta per i trial di fase 1 nell’uomo, per testarne la sicurezza. L’Oms spera che il processo di creazione getti le basi per un’industria dei vaccini mRna più distribuita a livello globale in futuro.

Gerhardt Boukes, ricercatore capo di Afrigen, l’azienda cuore dell’hub Oms, si è detto orgoglioso del lavoro fatto. Gli esperti sono partiti con l’mRna che codifica una porzione modificata del coronavirus Sars-CoV-2 e sono arrivati a incapsularlo in una nanoparticella lipidica che porta il vaccino alle cellule. “Non abbiamo avuto l’aiuto dei principali produttori di vaccini”, dice, “quindi lo abbiamo fatto noi stessi per mostrare al mondo che si può fare, e si può fare qui nel continente africano”, ha spiegato. Quando l’Oms ha lanciato il suo hub in Sudafrica lo scorso giugno, ha chiesto a Moderna, Pfizer e BioNTech di aiutare a insegnare ai ricercatori come realizzare i vaccini anti-Covid. Ma le aziende non hanno risposto, si legge su ‘Nature’ e l’Oms ha deciso di andare avanti comunque senza il loro aiuto.

La scelta del vaccino da replicare è caduta su quello di Moderna perché sono pubblicamente disponibili maggiori informazioni sul suo sviluppo e perché Moderna ha promesso di non far valere i suoi brevetti durante la pandemia. L’azienda americana però non ha risposto a ‘Nature’ che le ha chiesto un commento sulla decisione dell’Oms di copiare il vaccino. Con fondi provenienti da paesi tra cui Francia, Germania e Belgio, i ricercatori sudafricani hanno iniziato a lavorare al progetto alla fine di settembre. Un team dell’università di Witwaterstrand, a Johannesburg, ha preso l’iniziativa di eseguire il primo passo: creare una molecola di Dna che servisse da modello per sintetizzare l’mRna necessario per il vaccino.

Sebbene questa sequenza sia stata posta sotto brevetto da Moderna, i ricercatori della Stanford University in California l’avevano depositata nel database online ‘Virological.org’ a marzo dello scorso anno. Nonostante i ritardi nella spedizione delle materie prime, il team sudafricano ha completato il processo in 10 settimane e inviato fiale di mRna ad Afrigen all’inizio di dicembre. Diversi scienziati da tutto il mondo, appreso dell’iniziativa in corso, hanno offerto la loro assistenza ai ricercatori, riferisce il servizio pubblicato su ‘Nature’.

“Alcuni di loro – si legge – erano ricercatori dei National Institutes of Health degli Stati Uniti che avevano condotto un lavoro fondamentale sui vaccini mRna”. Un gesto definito “straordinario” da Petro Terblanche, managing director di Afrigen: “Penso che molti scienziati fossero delusi da ciò che era successo con la distribuzione del vaccino e volessero aiutare a far uscire il mondo da questo dilemma”.

Il 5 gennaio è stata la volta dell’incapsulamento. Boukes afferma di non aver ancora utilizzato la miscela lipidica specifica di Moderna, ma un’altra immediatamente resa disponibile dal produttore della macchina che il laboratorio utilizza per creare le nanoparticelle lipidiche. Il programma è di usare quella di Moderna nei prossimi giorni, non appena arriverà un ultimo strumento necessario. Successivamente, il team analizzerà la formulazione per assicurarsi che sia veramente una copia simile del vaccino di Moderna.

Cosa accadrà il prossimo anno resta incerto. Charles Gore, direttore del Medicines Patent Pool, un’organizzazione internazionale che lavora con l’hub, afferma che l’iniziativa non ha intenzione di violare i brevetti di Moderna. La ricerca di laboratorio generalmente non è soggetta alle regole sui brevetti, spiega. E una volta che il vaccino sarà pronto per l’uso, la speranza, aggiunge, è che Moderna possa quindi concedere in licenza i suoi brevetti o che per allora ci saranno alternative che queste aziende potrebbero produrre senza timore di andare incontro a una causa.

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