Covid, tribunale dei ministri archivia inchiesta su Conte e Speranza
Milano, 7 giu. (Adnkronos Salute)() – Il Tribunale dei ministri ha archiviato l’inchiesta nei confronti dell’ex premier, Giuseppe Conte, e dell’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, indagati a Bergamo per omicidio colposo ed epidemia colposa per la gestione delle prime fasi della pandemia. La decisione arriva dopo che la procura di Brescia aveva chiesto l’archiviazione e dopo che i due politici indagati si erano difesi davanti ai giudici.
“Non è in alcun modo possibile stabilire, anche solo in astratto e in via di mera ipotesi, che quelle morti siano state determinate dalla mancata attivazione della zona rossa il 2 marzo 2020’”. Lo scrivono, rispetto alla mancata chiusura dei comuni bergamaschi di Alzano e Nembro – secondo la consulenza di Andrea Crisanti la mancata zona rossa avrebbe determinato 4.148 morti in più – i giudici del Tribunale dei ministri di Brescia che hanno archiviato le accuse per l’ex premier Giuseppe Conte e l’ex ministro della Salute Roberto Speranza di omicidio colposo ed epidemia colposa per la gestione delle prime fasi della pandemia.
Sulla base della “rapidissima evoluzione della pandemia e della mutevolezza delle informazioni, non era neppure astrattamente immaginabile” che Conte “oltretutto sulla base di un flusso informativo definito dallo stesso Cts carente, dovesse istituire” la zona rossa. In relazione, invece, al reato di epidemia colposa contestato “il piano pandemico del 2006 non era per nulla adeguato ad affrontare la pandemia” di Covid.
Speranza, quindi, “lungi dal rimanere inerte, ha adottato le misure sanitarie propostegli dagli esperti di cui si è avvalso, che peraltro, a livello europeo, sono state tra le più restrittive. Infine, anche ove fosse astrattamente prospettabile, cosa che non è, il reato di epidemia colposa per condotta omissiva impropria, data la natura stessa della pandemia da Sars-CoV-2, che ha coinvolto l’intera umanità, sarebbe comunque irrealistico ipotizzare che la stessa sia stata cagionata, anche solo a livello nazionale, da asserite condotte omissive quali quelle contestate al ministro Speranza” si sottolinea nelle conclusioni. La notizia di reato, per entrambi gli indagati, “è totalmente infondata” concludono i giudici.
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