Covid: Ue non chiede chiarezza a Cina su origine virus
Bruxelles, 2 dic. (Adnkronos Salute) – Su 27 capi di Stato e di governo dell’Ue, “nessuno” ha sollevato, durante il dibattito sulle relazioni con la Cina tenuto nell’ultimo Consiglio europeo, nello scorso ottobre, l’opportunità di chiedere a Pechino di contribuire a fare chiarezza sulle origini del Sars-CoV-2, il virus che provoca Covid-19, tuttora ignote. A spiegarlo è un alto funzionario Ue.
“Noi non siamo in questa logica – dice – era più una richiesta di Donald Trump”, che aveva bollato il Sars-CoV-2 come ‘China virus’. La richiesta a Pechino di aiutare a chiarire da dove venga il virus di Covid “non è stata sollevata da alcun leader nell’ultimo Consiglio europeo”, e dunque neppure dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel nel corso della sua visita a Pechino, dove ieri ha incontrato il presidente Xi Jinping, per 3 ore.
Il tema dell’origine del virus è sensibilissimo per la Cina: una missione di esperti, inviata dall’Oms nella Repubblica Popolare all’inizio del 2021, ebbe difficoltà a lavorare liberamente, dato che “la politica era sempre presente”, come ha detto a ‘Science’ l’epidemiologo Peter Ben Embarek, che la guidò. Da allora l’origine del virus che ha provocato la più grande pandemia del Dopoguerra resta un mistero, cosa che non costituisce una particolare stranezza, poiché accade per molte malattie (il serbatoio in natura del virus Ebola, per esempio, è tuttora ignoto).
Tuttavia l’Occidente, e l’Europa in particolare, che pare determinata a riprendere i rapporti con la Cina, sembra particolarmente riluttante a mettere questo tema sul tavolo, nei rapporti con Pechino. E’ ovvio, da un certo punto di vista, perché insistere su un punto così sensibile per i vertici del Pcc non appare certo il modo migliore per ricucire le relazioni. Tuttavia la pandemia di Covid-19 ha avuto costi enormi a livello globale, sia in termini di vite umane perse, sia da quello meramente economico: il Fondo monetario internazionale ha stimato in 12,5 bilioni di dollari il costo globale della Covid-19, fino al 2024. Forse conoscere l’origine del virus potrebbe aiutare a prevenire il ripetersi di simili disastri. Eppure nessun leader europeo, su 27, ha sollevato il tema.
La Cina è una grande potenza e un importantissimo partner per l’Ue, soprattutto a livello economico, come attestato dalla recente visita a Pechino del cancelliere tedesco Olaf Scholz e ribadito dalla visita di Michel di ieri. L’Ue ha già dato ampia prova di ‘flessibilità’ diplomatica di fronte alla suscettibilità della dirigenza del Pcc su alcune questioni particolarmente delicate: nell’aprile 2020, in un caso rimasto celebre, il Seae, la diplomazia dell’Ue, ammorbidì il linguaggio di un report sulla disinformazione, dopo che una bozza trapelata aveva allarmato la diplomazia cinese. Luuk van Middelaar, storico olandese che è stato ghostwriter di Herman van Rompuy, ha osservato, in un ciclo di lezioni al Collège de France, che è facile predicare il ‘Prinzipienreiterei’, essere attaccati ai propri principi, ma “quando mancano le mascherine per proteggere i propri cittadini”, queste velleità “si sgonfiano rapidamente”. Durante la fase acuta della pandemia di Covid, nel 2020, è stata proprio la Cina, e non gli Stati Uniti, a inviare “tonnellate di materiale medico” all’Europa che combatteva contro la malattia.
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