Cresce cancro endometrio, 10mila casi e 2mila morti l’anno in Italia
Milano, 5 ott. (Adnkronos Salute) – Il tumore all’endometrio, il cancro principale del corpo dell’utero, che colpisce la mucosa di rivestimento dell’organo, “secondo i dati più aggiornati fa registrare in Italia circa 10mila casi ogni anno, con 2mila morti. Non è un big killer come il carcinoma ovarico, però è il più frequente e ha un primato infelice: la sua incidenza mostra un continuo aumento, un trend unico fra tutti i tumori ginecologici”. A fare il punto è Nicoletta Colombo, docente di ginecologia e ostetricia all’Università di Milano Bicocca, oggi nel capoluogo lombardo durante la presentazione di dostarlimab di Gsk, la prima immunoterapia ‘su misura’ contro il cancro endometriale che l’Agenzia italiana del farmaco Aifa ha appena autorizzato in seconda linea per le pazienti con una forma particolare di malattia che interessa circa un terzo delle malate.
“Non abbiamo mai speso tante energie sulla prevenzione di questo tumore in termini di screening – spiega la specialista all’Adnkronos Salute – perché per fortuna, a differenza del cancro all’ovaio, quello dell’endometrio dà precocemente segno di sé”. Nel 90% dei casi questa neoplasia, che riguarda più spesso donne tra i 50 e i 70 anni, si manifesta con sanguinamento vaginale anomalo: ad esempio dopo la menopausa, o in un momento diverso rispetto al flusso mestruale atteso in età fertile. Poiché questo sintomo si presenta in genere già all’esordio della neoplasia, l’80% dei tumori all’endometrio vengono diagnosticati in fase iniziale, quando ancora sono confinati all’utero. La chirurgia è il trattamento d’elezione, seguita da terapie diverse in base allo stato di evoluzione della patologia. “Ovviamente alcuni tumori endometriali sfuggono a questa storia naturale e possono presentarsi in stadio avanzato – precisa Colombo – o magari in forme più aggressive, o ancora recidivare dopo una risposta iniziale ai primi trattamenti. Ecco perché l’avvento di dostarlimab rappresenta una grande promessa”.
“E’ una di quelle malattie che possiamo definire tipiche dei Paesi ricchi”, sottolinea la ginecologa, perché legate per esempio all’obesità, associata spesso a ipertensione e diabete. Ecco dunque che, benché non esistano strategie preventive specifiche, l’associazione pazienti Acto Onlus ricorda piccoli accorgimenti che possono aiutare a ridurre il rischio: per prima cosa seguire una dieta sana e ricca di fibre e fare regolarmente attività fisica, in modo da tenere sotto controllo il peso. Anche la pillola anticoncezionale ha un ruolo protettivo: assumere un contraccettivo contenente un dosaggio bilanciato di estrogeni e progesterone, o la minipillola a base di solo progesterone, sembrerebbe ridurre le probabilità di tumore dell’endometrio, ma anche dell’ovaio e del colon.
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