Crescono costi per pronto soccorso, 3,5% pazienti ci va più di 5 volte l’anno
Roma, 28 mag. (Adnkronos Salute) – Cresce la spesa per l’assistenza in pronto soccorso nel 2023 rispetto al 2019 calcolata per ciascun paziente: gli esami di laboratorio sono costati il 13% in più, ed è cresciuto il costo per la diagnostica per immagini del 23%, del 15% per i farmaci. E sono stati circa il 3,5% i pazienti registrati in pronto soccorso che hanno eseguito più di 5 accessi nel solo 2023. Lo evidenziano i dati dell’Osservatorio della Società italiana di medicina d’Emergenza -Urgenza (Simeu), che saranno presentati in occasione del congresso nazionale della società scientifica, in calendario dal 30 maggio al 1 giugno a Genova.
“Il dato dei costi per paziente – spiega Beniamino Susi, vicepresidente nazionale Simeu – è grezzo e andrebbe approfondito e meglio definito. Quel che sappiamo è che l’incremento, in generale, è legato solo in minima parte a un aumento dei prezzi e deriva soprattutto dal crescere delle attività. Il che è certamente il risultato sia del maggior tempo di stazionamento in pronto soccorso di tanti pazienti, sia dell’incremento della loro complessità clinica e dell’accuratezza della diagnostica e della terapia effettuata in pronto soccorso”.
Per quanto riguarda il fenomeno del ricorso frequente a queste strutture da parte di uno stesso paziente, per Antonio Voza, segretario nazionale Simeu, “le cause degli accessi ripetuti sono molteplici e molto differenti tra loro: ci sono persone con grandi difficoltà sociali, come i senza fissa dimora, ma anche pazienti con condizioni croniche che hanno necessità frequenti, come i pazienti con patologia psichiatrica, oncologica, geriatrica. Il denominatore comune è certamente la presenza di problematiche, siano cliniche o assistenziali, che comunque non trovano soluzioni e generano inevitabilmente la categoria dei ‘frequent flyers’ del pronto soccorso: l’espressione evidente di carenze esterne all’obiettivo della medicina d’emergenza urgenza ma che possono rivolgersi solo ad essa”.
Secondo Fabio De Iaco, presidente Simeu i dati analizzati “evidenziano un generale incremento della complessità che il pronto soccorso italiano continua ad affrontare: sono numeri che esprimono incrementi aritmetici ma che andrebbero letti come esponenziali, visto che ogni segno più corrisponde a un aumento di attività su persone che hanno necessità cliniche e assistenziali che coinvolgono più professionisti. Tutto questo in un contesto di progressivo depauperamento degli organici e di frequente inadeguatezza di spazi e strutture. È l’ennesima conferma di quanto rilevato da anni: il pronto soccorso è lo specchio della situazione complessiva del Ssn, ma anche, allo stato attuale, l’unica risposta possibile per molte condizioni”.
“Nella discussione generale sulla necessità di una profonda riforma strutturale dell’intero Ssn i nostri dati esprimono la necessità impellente di soccorrere il mondo dell’emergenza urgenza, in attesa che gli auspicati provvedimenti generali – che attendiamo di vedere identificati e attuati – possano finalmente produrre effetti concreti. Il tempo delle analisi è decisamente finito” sottolinea “non ci stancheremo mai di evidenziarlo: serve una corretta progettualità accompagnata da giusti investimenti”, conclude.
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