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Cure di alta qualità solo nel 9% ospedali pubblici, 27% nel privato

9 Ottobre 2023

Roma, 9 ott. (Adnkronos Salute) – Luci e ombre nella qualità delle prestazioni degli ospedali pubblici e privati in Italia. A fotografarle è il rapporto elaborato dall’Associazione italiana ospedalità privata (Aiop) e dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) che ha passato in rassegna l’assistenza ospedaliera in sette aree cliniche: sistema cardiocircolatorio, sistema nervoso, sistema respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologica, gravidanza e parto e osteomuscolare. Ebbene, valutando il totale delle prestazioni, gli standard di qualità “alta/molto alta” si registrano solo nel 9% delle strutture di diritto pubblico valutate (45 sulle 511 analizzate) contro il 27% di quelle private accreditate (80 su 297).

Ma quando si passa a ‘classificare’ le strutture con standard di “bassa/molto bassa”, il dato prevalente è quello delle strutture di diritto privato con il 32% (75 su 297) contro il 19% di quelle pubbliche (54 su 511). La la concentrazione delle strutture, soprattutto di quelle di diritto privato, verso i livelli di qualità estremi – spiega il rapporto – deve tener conto della natura monospecialistica o del basso numero di aree cliniche valutabili: la maggior parte delle strutture (l’87% tra le pubbliche e il 92% tra le private) di quelle di qualità alta/molto alta e, rispettivamente l’87% e il 97% tra quelle con un livello di qualità inferiore all’atteso sono, infatti, a indirizzo specifico o con sole due aree valutabili.

Andando ad analizzare le singole aree cliniche prese in esame, in quella del sistema cardiocircolatorio si rileva un’elevata concentrazione su livelli “alti/molto alti” di aderenza agli standard: al Nord con il 67% e al Sud e nelle Isole con i 65%, la proporzione di strutture di diritto privato supera quella delle strutture pubbliche (rispettivamente 58% e 47%), mentre al centro la situazione è ribaltata (68% pubblico e 44% privato).

Nell’area del sistema nervoso, se al Nord e al Centro Italia le strutture che presentano standard di qualità “alta/molto alta” sono paragonabili tra pubblico e privato (rispettivamente 59% e 65% e 67% e 67%), al Sud e nelle isole cure di eccellenza si trovano nel 27% delle strutture pubbliche e nel 55% di quelle private. Nell’area del sistema respiratorio, il confronto pubblico-privato vede un divario molto profondo per quanto riguarda le prestazioni di eccellenza: al Nord si registrano nel 48% delle strutture private contro il 14% del pubblico, al Centro 50% contro il 13% e al Sud e Isole 68% contro il 6%.

Valori di qualità molto simili tra pubblico e privato, per quanto riguarda la qualità delle prestazioni di chirurgia generale: al Nord le strutture che offrono qualità “alta/molto alta” sono il 55% nel pubblico e il 56% nel privato, al Centro il 67% nel pubblico contro il 53% nel privato, mentre al Sud e isole le proporzioni sono del 35% contro il 49%. Nella chirurgia oncologica le percentuali di prestazioni eccellenti si equivalgono tra pubblico e privato al Centro (64% entrambi), sono al 59% nel privato contro il 47% del pubblico al Nord e al 63% contro il 47% al Sud e isole. Quanto agli ospedali pubblici con standard di qualità “bassa/molto bassa” sono il 42% a Nord, il 15% al Centro e il 44% a Sud, percentuali che salgono invece per i privati rispettivamente al 33%, 36% e 32%.

Nell’area della gravidanza e del parto le strutture pubbliche registrano percentuali di qualità “alta/molto alta” maggiori rispetto alle private: 75% contro il 56% al Nord, 42% contro 11% al Centro e 15% contro 11%. Infine, nell’area osteomuscolare le differenze sono soprattutto al Centro e al Sud, dove, rispettivamente il 37% e il 52% delle strutture pubbliche riportano livelli di qualità “bassa/molto bassa”.

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