Diabete, ‘cerotto’ per monitoraggio glucosio riduce ricoveri
Roma, 21 set. (Adnkronos Salute) – L’uso del sistema a ‘cerotto’ per il monitoraggio del glucosio FreeStyle Libre di Abbott riduce significativamente il tasso di ricoveri ospedalieri dovuti a eventi diabetici acuti nelle persone con diabete di tipo 2 in terapia insulinica basale (una volta al giorno). Lo comunica l’azienda che oggi ha presentato i nuovi dati dello studio in Real World Relief, pubblicati sul ‘Journal of Diabetes Technology & Therapeutics’ e illustrati al 58° meeting annuale dell’Associazione europea per lo studio del diabete (Easd).
I risultati dello studio retrospettivo Relief – si legge in una nota – mostrano che, dopo un anno di utilizzo del sistema FreeStyle Libre, il numero di ricoveri per eventi diabetici acuti è diminuito del 67% nelle 5.933 persone con diabete tipo 2 che seguivano un regime terapeutico solo con insulina basale. Inoltre, si è osservata una riduzione del 75% dei ricoveri per chetoacidosi diabetica – una grave complicanza metabolica acuta del diabete, particolarmente pericolosa quando i livelli di glucosio sono troppo elevati per troppo tempo e i corpi chetonici si accumulano nel sangue – e una riduzione del 44% dei ricoveri per ipoglicemia grave. Lo studio ha dimostrato anche una riduzione sostenuta dei ricoveri ospedalieri nell’arco dei 2 anni di utilizzo del sistema FreeStyle Libre, indipendentemente dal fatto che i pazienti fossero seguiti da un diabetologo o da un medico di medicina generale.
“I risultati dello studio Relief evidenziano il valore dei sistemi di monitoraggio del glucosio con sensori nel ridurre gli eventi gravi e le ospedalizzazioni nelle persone con diabete di tipo 2 in terapia insulinica basale – afferma Carlo Bruno Giorda, responsabile Sc Diabetologia Asl To5 e coordinatore Rete diabetologica Piemonte – Questi risultati sono simili a quelli osservati nella coorte più ampia di persone con diabete di tipo 2 in terapia insulinica multi-iniettiva, il che suggerisce che la tecnologia FreeStyle Libre potrebbe essere proposta come parte integrante della pratica clinica anche per i pazienti con diabete di tipo 2 in terapia con la sola insulina basale una volta al giorno, non solo per le persone in terapia insulinica intensiva”.
“L’onere dell’assistenza alle persone con diabete in Italia è considerevole, con una spesa complessiva annuale stimata tra gli 8,1 e i 9,6 miliardi di euro – rimarca Francesco Saverio Mennini, professore di Economia sanitaria ed Economia politica, Università di Roma Tor Vergata e presidente Sihta (Società italiana di Health Technology Assessment) – Il costo cresce esponenzialmente al crescere delle comorbidità e, in particolare, le persone in trattamento con insulina hanno costi di gestione più che raddoppiati rispetto ai pazienti non insulinizzati”. Tali costi “non differiscono in maniera significativa tra pazienti in trattamento insulinico multi-iniettivo, pazienti trattati con insulina basale o abbinati ad altri farmaci antidiabetici orali e/o Glp1. L’ospedalizzazione rappresenta il principale fattore di costo, e questo suggerisce una volta di più come entrambi i gruppi di pazienti dovrebbero beneficiare dell’accesso a una tecnologia di monitoraggio del glucosio con sensori notoriamente associata a una riduzione delle ospedalizzazioni per eventi diabetici acuti. Investire quindi in trattamenti e device che riducono gli eventi diabete-correlati risulta spesso una strategia costo-efficace o addirittura cost-saving nella prospettiva del sistema sanitario”.
Quando i farmaci orali o gli agonisti del recettore Glp-1 non sono più sufficienti a regolare i livelli di glucosio – si ricorda nella nota – il medico può cambiare il trattamento iniziando con una terapia insulinica una volta al giorno (insulina basale). Tuttavia, gli studi dimostrano che le persone con diabete di tipo 2 che iniziano la terapia con insulina basale hanno una probabilità 3 volte maggiore di andare incontro a ipoglicemia grave. Il timore di incorrere in episodi di ipoglicemia è comune sia tra le persone con diabete di tipo 2 che tra i medici e potrebbe costituire un ostacolo all’intensificazione del trattamento, oltre a influire sulla volontà del paziente di seguire la terapia insulinica basale prescritta dal medico. Lo studio Relief suggerisce che la riduzione dell’incidenza di ipoglicemia e chetoacidosi diabetica potrebbe contribuire a migliorare l’aderenza e aiutare le persone con diabete a raggiungere i loro obiettivi glicemici. Questo è particolarmente importante per gli anziani, dove l’ipoglicemia è associata a un rischio significativamente maggiore di cadute, fratture, demenza e morte.
“Il passaggio alla terapia iniettiva con insulina può avere un forte impatto sulle persone con diabete di tipo 2, sia a livello psicologico che fisico – dichiara Alexander Seibold, Senior medical director di Abbott Diabetes Care – Sebbene il passaggio sia spesso necessario per gestire i livelli di glucosio, può essere stressante iniettarsi l’insulina. L’obiettivo di Abbott è quello di rendere la gestione del diabete più semplice. Con il sistema per il monitoraggio del glucosio con sensori FreeStyle Libre le persone con diabete possono visualizzare il proprio glucosio in qualsiasi momento con una rapida occhiata al cellulare, e possono prendere decisioni più informate e più velocemente, apportando modifiche allo stile di vita o alle terapie, ed evitare episodi di ipoglicemia”.
I risultati di quest’ultimo studio – conclude la nota – si sommano a un crescente numero di evidenze che hanno dimostrato l’efficacia del sistema FreeStyle Libre nel ridurre le ospedalizzazioni nelle persone con diabete di tipo 1 e di tipo 2 in terapia insulinica multi-iniettiva.
La rimborsabilità del prodotto FreeStyle Libre e FreeStyle Libre 2 in Italia – limitatamente a prescrizioni mediche rilasciate a pazienti diabetici di tipo 1 e diabetici di tipo 2 in trattamento con terapia insulinica multi-iniettiva, secondo quanto previsto dai criteri adottati dai Sistemi sanitari regionali – potrà variare da Regione a Regione.
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