Digiuno a staffetta dei medici italiani per Gaza, sono già 1.300 le adesioni
Roma, 6 ago. (Adnkronos Salute) – Medici e operatori sanitari si mobilitano per Gaza. “Non possiamo tacere di fronte al dramma della Striscia. E’ urgente e necessario esprimere il nostro dissenso come esseri umani e come professionisti sanitari contro il genocidio in corso. Per questo abbiamo organizzato un digiuno simbolico a staffetta. Prendiamo posizione, mettendoci la faccia, il corpo, la firma. E’ una forma di protesta, di testimonianza, di condivisione. E chiediamo a tutti gli Ordini dei medici di prendere posizione”. Lo spiega all’Adnkronos Salute Simona Mattia, chirurga d’urgenza del Policlinico Tor Vergata di Roma, che ha contribuito a far crescere l’iniziativa di ‘digiuno simbolico a staffetta per Gaza’ – nata in Toscana – nel Lazio, dove in pochi giorni la chat dedicata di camici bianchi ha raggiunto oltre mille presenze.
Il digiuno a staffetta, partito il 29 luglio, prevede che intorno all’ora del pranzo chi aderisce lo testimoni fuori dalla propria sede di lavoro (stimbrando il cartellino) facendosi una fotografia con il cartello ‘Digiuno contro il genocidio a Gaza’ e postando la foto sui propri social, con l’hashtag #digiunogaza. Per partecipare, infine, si compila un modulo di adesione, con i propri dati. Al momento sono circa 1.300 gli operatori che lo hanno già fatto. “Ma potrebbero essere molti di più perché diversi colleghi stanno partecipando pur senza compilare il modulo”, precisa Mattia che ha aperto in queste ore anche la pagina Facebook ‘Digiuno per G@z@’. “Questo per far confluire, in un unico spazio social, tutte le foto dell’iniziativa che ora i colleghi postano sui propri profili e che rappresentano una parte importante della protesta, perché è il nostro modo di metterci la faccia”.
L’iniziativa del digiuno simbolico a staffetta, evidenzia la chirurga, “è nata dall’esigenza di noi medici, come categoria professionale (allargandosi rapidamente a tutti gli operatori sanitari), di dire che, in quanto responsabili della cura e della tutela della vita, non possiamo stare zitti di fronte a un genocidio, di fronte allo smantellamento di un sistema sanitario, di fronte a quello che sta accadendo a Gaza. I colleghi toscani hanno cominciato da una chat che ha raggiunto subito grandi adesioni”. Da parte delle aziende sanitarie “ci sono state reazioni differenti. In Emilia Romagna, ad esempio, le aziende hanno appoggiato la scelta dei colleghi. In altre realtà ci sono state perplessità, nelle chat qualcuno ha anche scritto di aziende che hanno richiamato all’attenzione a utilizzare bene i media”.
Con questa iniziativa “ci aspettiamo innanzitutto che l’Ordine dei medici nazionale e i vari Ordini provinciali comincino a prendere una posizione netta. Prima di iniziare la nostra staffetta, abbiamo inviato una e-mail agli Ordini per chiedere questo con forza. Una comunicazione inviata per conoscenza alle nostre direzioni generali, evidenziando che aderiamo a questa protesta come medici, non lo facciamo in nome delle aziende. Credo che come categoria, se l’iniziativa avrà un’ampia adesione, possiamo avere un peso politico. Quello che vogliamo è rompere il silenzio, fare in modo di opporci con tutte le nostre forze a tutto questo orrore”, conclude la chirurga,
Si legge nella comunicazione che accompagna l’iniziativa e il modulo di adesione: “Non possiamo restare in silenzio di fronte alla tragedia di Gaza, dove – dopo 21 mesi di guerra e oltre 60.000 vittime, tra cui moltissimi bambini – adesso si muore di fame. Il governo di Israele sta compiendo un genocidio e affamando deliberatamente un intero popolo. Ci opponiamo a questa barbarie con i nostri corpi ed il nostro volto. Digiunare è un modo per richiamare l’attenzione della comunita, dei media e delle istituzioni mettendo in gioco il proprio corpo. E’ una forma di protesta, ma anche una forma di condivisione”.
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