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Dunleavy (Economist Impact): “Smog costringe malati polmonari a rinunce”

7 Settembre 2023

Roma, 7 set. (Adnkronos Salute) – “Le persone con patologie respiratorie croniche riscontrano molte criticità in una varietà di contesti, sul posto di lavoro, nelle loro case ed anche per strada. Questo impatta significativamente sulla qualità delle loro vite: si privano, ad esempio, dell’esercizio fisico all’aria aperta, che gioverebbe alla loro salute, mancano ai loro impegni sociali e rinunciano a molte attività potenzialmente benefiche per loro, sia dal punto di vista fisico che psicologico. Ciò fa emergere che gli effetti negativi della qualità dell’aria incidono sotto diversi aspetti sulla vita delle persone affette da patologie croniche del polmone”. Queste le parole di Gerard Dunleavy, Senior Consultant di Economist Impact, a margine del Convegno organizzato da Chiesi, oggi a Milano, in occasione della Giornata internazionale dell’aria pulita per i cieli blu, in cui sono stati presentati i dati dell’indagine dell’Economist Impact ‘Aria più pulita, polmoni più liberi, vite migliori: alla scoperta dell’intersezione tra qualità dell’aria, disuguaglianze sanitarie e salute polmonare’.

La percezione dell’impatto della cattiva qualità dell’aria è sensibilmente più alta nelle città che nelle campagne, come dimostrato dal report. Il 35% degli intervistati nei centri urbani, infatti, afferma che la cattiva qualità dell’aria ha influito molto sui sintomi e solo il 5% dichiara che non ha influito per nulla. “Attualmente i livelli di inquinamento atmosferico sono al di sopra delle linee guida in tutta Europa – sottolinea Dunleavy – il che significa che un’ampia percentuale della popolazione inala e respira ogni giorno aria che è sicuramente malsana”.

Secondo l’esperto, “c’è bisogno di un grande passo avanti nelle politiche e nelle linee guida nazionali e internazionali. E’ necessario allinearsi alle raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che stabiliscono i livelli massimi accettabili di inquinamento atmosferico perché l’aria possa essere definita sana e respirabile, così che – conclude Dunleavy – non comporti effetti negativi sulla salute”.  

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