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Endocrinologi, ‘tracce Pfas e altri interferenti in sangue donne incinte e cordone’

20 Luglio 2023

Milano, 20 lug. (Adnkronos Salute) – Tracce di interferenti endocrini, “sostanze chimiche potenzialmente tossiche”, sono state scoperte nel sangue di donne incinte e del cordone ombelicale in uno studio Usa pubblicato su ‘Environmental Health Perspectives’, condotto da scienziati dell’Università della California di San Francisco. Lo sottolinea l’Associazione medici endocrinologi (Ame), precisando che “questi risultati si aggiungono a un numero crescente di evidenze – ricorda il componente del direttivo Ame Vincenzo Di Donna, endocrinologo della Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs di Roma – le quali mostrano come i cosiddetti interferenti endocrini, sostanze capaci di influenzare la normale attività del sistema endocrino responsabile della produzione degli ormoni, siano molto diffusi e di conseguenza rilevabili negli esseri umani”. Gli esperti invitano a “rafforzare la ricerca” in materia, per prevenire possibili danni alla salute umana.

“Gli interferenti endocrini – spiega Di Donna – sono sostanze che, alterando il sistema endocrino, influenzano negativamente diverse funzioni vitali quali lo sviluppo, la crescita, la riproduzione e il comportamento sia nell’uomo che negli animali. Possono agire a diversi livelli: dal simulare l’azione degli ormoni al bloccare i recettori cellulari necessari per svolgere la loro azione, fino a interferire sulla sintesi, sul trasporto, sul metabolismo e sull’escrezione degli ormoni stessi, alterandone così la concentrazione”.

Gli scienziati americani hanno trovato nel sangue di 302 donne incinte e nel sangue del cordone ombelicale “molteplici tipologie di interferenti endocrini – riporta l’Ame in una nota – tra cui sostanze per/polifluoroalchiliche (Pfas). Almeno il 97% dei campioni di sangue conteneva un tipo di Pfas noto come Pfos, che è stato a lungo associato a diversi problemi di salute, compresi difetti alla nascita. Altre sostanze chimiche trovate nella maggior parte delle donne incinte includevano acidi grassi anormali e sostanze utilizzate per produrre pesticidi, alcuni farmaci e plastica”. E “ci sono evidenze scientifiche – afferma Di Donna – che mostrano che alcune di queste sostanze sono associate a un aumentato rischio di diabete gestazionale e pre-eclampsia, complicanze che possono rivelarsi anche gravi in gravidanza”.

“Questo studio – evidenzia l’Ame – arriva poco dopo che una serie di test commissionati dall’Environmental Working Group (Ewg), un gruppo di attivisti Usa, ha rilevato la ‘presenza diffusa’ di Pfas nell’acqua potabile di dozzine di città statunitensi. Livelli elevati di Pfas sono stati scoperti in comunità sia grandi sia più piccole. All’inizio di questo mese”, inoltre, “la Us Geological Survey (Usgs), un’unità del Dipartimento degli Interni degli Stati Uniti, ha riferito che il 45% dell’acqua potabile degli Stati Uniti è contaminata da Pfas”.

“Esistono moltissimi tipi di sostanze chimiche Pfas, sempre più diffusi nell’ambiente essendo utilizzate in processi industriali e beni di consumo, che non si decompongono naturalmente e persistono non solo nell’ambiente, ma anche nei corpi di animali e persone”, puntualizza Di Donna. “I Pfas – aggiunge l’endocrinologo – sono stati collegati a problemi di salute tra cui cancro, diminuzione della fertilità e malattie della tiroide e del fegato. Per questo è fondamentale la ricerca per offrire ai decisori politici informazioni utili a rivedere ed eventualmente riconsiderare gli attuali limiti per queste sostanze e per gli altri interferenti endocrini”.

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