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Esperti: “Self-care risorsa per cittadini e Ssn con 5 mld l’anno di risparmio”

13 Dicembre 2024

Roma, 13 dic. (Adnkronos Salute) – Prendersi cura della propria salute, prevenire le malattie, mantenersi in salute, trattare i piccoli disturbi con o senza il supporto di un operatore sanitario, come il farmacista. E’ questo il self-care, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità. Un concetto “ampio e variegato, che include diverse categorie di prodotti e servizi, come i farmaci da banco (Otc), gli integratori alimentari e i prodotti per l’igiene il cui impiego, solo in un anno, ha portato a un risparmio di circa 5 miliardi di euro per il servizio sanitario”. Lo ha detto Davide Fanelli, General Manager Southern Europe Haleon, partecipando al Talk ‘Self-care: risorsa per cittadini e Servizio sanitario nazionale?’, promosso da Adnkronos e disponibile nei canali web e social del gruppo editoriale. All’incontro hanno partecipato anche Emanuele Monti, presidente IX Commissione Sostenibilità sociale, casa e salute di Regione Lombardia e membro del Consiglio di amministrazione Aifa, Agenzia italiana del farmaco, e Andrea Mandelli, presidente Fofi, la Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani.

E’ stato stimato da Aesgp, l’Associazione europea per il self care, che in Italia, già attualmente, in un anno la gestione autonoma di 137 milioni di disturbi minori da parte dei cittadini permette un risparmio di 5 miliardi di euro riconducibili a visite mediche evitate, ore di lavoro che non sono state perse, ma anche alla prevenzione di possibili peggioramenti dello stato di salute. “Il self-care presenta numerosi vantaggi sia diretti che indiretti – continua Fanelli – Dal punto di vista diretto, una buona salute individuale contribuisce a una società più produttiva e sostenibile. Un ulteriore vantaggio è legato alla sostenibilità del sistema sanitario. In un contesto caratterizzato dall’invecchiamento della popolazione, dalla diffusione delle malattie croniche e dalla carenza di personale sanitario, il self-care può alleggerire la pressione sul sistema, consentendo una gestione autonoma delle problematiche minori. Tuttavia, questo richiede un cambio di paradigma, considerando che oggi solo il 2% delle risorse sanitarie è destinato alla prevenzione, mentre il 98% è focalizzato sulla cura delle patologie”.

Del resto, “ogni euro investito in prevenzione genera 7 euro di risparmio sul sistema sanitario”, aggiunge Monti citando dati della European House Ambrosetti.

Il contesto sarebbe favorevole. Un’indagine presentata nel 2023 al Parlamento europeo – si è ricordato nel corso del talk – evidenzia che l’80% dei cittadini Ue vorrebbe prendersi cura della propria salute, ma solo il 20% ritiene di avere competenze per farlo. “E’ necessario intervenire su un’alfabetizzazione della popolazione – osserva il presidente Monti – sulla cura di se stessi, sull’essere più attenti alla salute personale. Questo però passa dalla formazione, dalle scuole, dal coinvolgimento attivo delle comunità, delle istituzioni”, in particolare “delle istituzioni sanitarie”. Si tratta di “creare una cultura legata alla prevenzione. In un sistema nazionale a cui tutti noi teniamo, un sistema universalistico, gratuito, pubblico per tutti i cittadini, ma chiaramente molto fragile nella sostenibilità dei suoi conti, ognuno di noi deve essere cittadino responsabile per la propria salute e anche per la salute pubblica del nostro Paese”.

In questo contesto, “le farmacie – sottolinea Mandelli – rappresentano un presidio fondamentale per l’accesso e la consulenza sanitaria sul territorio”. In Europa, 160mila farmacie garantiscono un servizio accessibile a 5 minuti dal 58% dei cittadini, disponibile 7 giorni su 7, 24 ore su 24. Nell’automedicazione il ruolo del farmacista è centrale ed “è evidente – chiarisce Mandelli – che abbiamo bisogno di tanti ingredienti che possano facilitare questa presa di coscienza. La prima sicuramente è un’opera di comunicazione al paziente, di informazione. Viviamo in un’era in cui l’informazione è tanto ridondante da rendere quasi asimmetrica la capacità del paziente di poter scegliere e discernere se quelle informazioni che trova nel web sono più o meno corrette per la sua famiglia, per se stesso, per qualcuno dei suoi cari. Quindi ci serve innanzitutto una forte campagna di sensibilizzazione. Secondo – aggiunge – serve una formazione congiunta nel segno del Dm77 tra medici e farmacisti che possano così finalmente mettersi in un assetto per assistere il paziente”.

La sfida è “costruire quel dialogo che è sempre fondamentale in salute, perché – conclude Mandelli – non si cura solo con un farmaco, solo con un farmaco di automedicazione, ma si cura anche con l’approccio, con la parola, con la sensibilità verso chi è malato”.

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