app-menu Social mobile

Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app

Esperto Ieo: “Rischio stop terapie cannabis, 30% pazienti fatica a trovarla”

1 Giugno 2023

Milano, 1 giu. (Adnkronos Salute) – “L’utilizzo clinico della cannabis terapeutica è autorizzato in Italia dal 2015 con un decreto ministeriale che ha stabilito che ogni medico abilitato alla professione sanitaria può prescriverla per una serie di patologie: dolore cronico; nausea e vomito da chemio; anoressia in malattie croniche come il tumore, l’anoressia nervosa, l’Hiv; glaucoma; alcune forme di epilessia, sindromi da alterato movimento come la sindrome di Tourette”. Ad oggi, però, “è ancora un problema reale” la discontinuità della terapia. “Il paziente inizia” il trattamento “e spesso si trova costretto a dover interrompere perché proprio non c’è disponibilità in farmacia. Capita ancora frequentemente. Ho fatto una stima molto pratica di recente: sugli ultimi 10 pazienti che ho visto nella settimana prima” di un evento scientifico in cui si è affrontato anche il tema, a fine maggio, “ben 3 mi hanno riferito di non trovare la cannabis in farmacia”. E’ il quadro tracciato all’Adnkronos Salute da Vittorio Guardamagna, direttore della Struttura complessa Terapia del dolore e cure palliative dell’Ieo di Milano.

Sulla base della sua esperienza, spiega l’esperto, che è anche un componente del comitato scientifico della onlus Cancro primo aiuto, “circa il 30% dei pazienti ancora fatica a trovare la cannabis terapeutica e quindi deve interrompere o ridurre il dosaggio”. Dello stato dell’arte e delle prospettive dell’utilizzo clinico della cannabis terapeutica per esempio nei malati di tumore si è parlato pochi giorni fa, in occasione della prima delle giornate scientifiche ‘Oncowellness’, iniziativa realizzata con il contributo incondizionato di Tilray Medical. Oggi, fa il punto Guardamagna, “praticamente in tutte le regioni” queste terapie, in forma di olio o in forma di infiorescenza da vaporizzazione, possono essere prescritte o a carico del cittadino o, dopo un decreto del 2017″ che ha stabilito che ogni Regione dovesse normare sulla rimborsabilità da parte del Servizio sanitario regionale, “c’è la possibilità di prescriverle con piano terapeutico stilato da specialisti ospedalieri a carico del Ssr”.

In alcune regioni, “ad esempio in Liguria o in Toscana, la distribuzione è centralizzata in alcuni ospedali”. In altre “ci sono diverse farmacie territoriali che erogano e possono produrre il farmaco. E’ una preparazione galenica ad opera del farmacista – sottolinea lo specialista – che acquista l’infiorescenza da un’azienda farmaceutica”, generalmente olandese o tedesca, “la lavora con processi codificati e validati di estrazione e produce un olio che poi viene distribuito direttamente al paziente. Questo è la modalità più canonica di distribuzione”. Oggi “si stanno affacciando sul mercato italiano circa 3 aziende che produrranno degli estratti in olio già titolati, pronti per l’uso, e quindi questo renderà un po’ più facile la prescrizione da parte del medico e l’approvvigionamento da parte delle farmacie. Lo vedremo nei prossimi mesi”, auspica Guardamagna.

Perché oggi, ribadisce l’esperto, “la criticità maggiore è proprio questa: si stima che in Italia ci sia una necessità di cannabis terapeutica tra i 3 e i 4mila kg all’anno. Il decreto ministeriale autorizzava come produzione italiana lo Stabilimento chimico-farmaceutico militare di Firenze, che però a pieno regime riesce a produrre massimo 200-250 kg di cannabis, quindi una quantità assolutamente insufficiente. Quella che manca va importata da aziende straniere” basate in “Olanda, prima ancora Canada, adesso anche aziende tedesche, portoghesi. Se l’importazione rallenta, frequentemente il paziente non riesce a trovare la materia prima in farmacia”.

“Va detto – puntualizza Guardamagna – che la terapia con la cannabis non è come quella con gli oppiacei e l’interruzione non provoca una crisi di astinenza, però il paziente che ha beneficio clinico notevole, costretto a sospendere la terapia, vede tornare i dolori o i disturbi precedenti. Tra l’altro sono pazienti che hanno un’aderenza terapeutica di oltre l’80%. Vuol dire che oltre l’80% di chi viene trattato con cannabis terapeutica non interrompe la terapia, continua a prendere il farmaco proprio perché trova notevole beneficio nel trattamento dei propri sintomi, dal dolore all’insonnia e all’inappetenza”.

C’è poi il problema del ‘collo di bottiglia’ della rimborsabilità. “Al di fuori delle indicazioni ministeriali o regionali, il medico può prescrivere la cannabis, ma non è rimborsata – puntualizza lo specialista – E’ il caso della fibromialgia, per esempio, patologia emergente, legata a una disfunzione del sistema nervoso e caratterizzata da dolori diffusi alla colonna, agli arti superiori e inferiori, senza danno visibile. Si stima che oltre 2 milioni di italiani ne soffrano”.

“Il paziente fibromialgico – continua Guardamagna – trae notevole beneficio dal trattamento con la cannabis, perché viene riequilibrato il sistema endocannabinoide che regola dolore, funzione motoria, sonno. Ma nonostante questo, la fibromialgia non è una delle indicazioni per la rimborsabilità. Quindi, se c’è dolore cronico gli viene prescritta per il dolore a carico del Ssr, altrimenti deve pagarsela. C’è ancora molto da fare in quest’ottica”.

Quello che sarebbe da auspicare per il futuro, secondo l’esperto, “è l’autorizzazione anche ad aziende private italiane per la produzione di cannabis terapeutica. Il decreto ministeriale vigente infatti è quello del 2015 che autorizzava solo lo Stabilimento chimico-farmaceutico dell’Esercito. Adesso si sta pensando di allargare la produzione, che è una produzione farmaceutica”, tiene a precisare Guardamagna. “La cannabis terapeutica, a differenza di quella per uso ludico, è una cannabis prodotta secondo principi farmaceutici, di rigidità e di strandardizzazione della produzione. Quindi si spera che vengano autorizzate aziende farmaceutiche, già esistenti oppure nuove, per la produzione italiana nazionale. Una produzione che sarebbe da garantire, e anzi garantirebbe anche nuovi posti di lavoro”.

“Dal punto di vista medico – rimarca lo specialista – noi continuiamo a portare informazione basata sulla scientificità. Questo è quello che raccomandiamo: proponiamo l’utilizzo scientifico di un farmaco e di una categoria di farmaci, è importante sottolinearlo”.

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

Sanità, Gesualdo (Fism): “Ora prescrizione unica per migliorare assistenza paziente”

28 Marzo 2024
Roma, 28 mar. (Adnkronos Salute) – “Per ricordare i 40 anni della Federazione delle Società medic…

Sanità, Colao (Fism): “Per Sindrome metabolica cardiaca renale puntare su Ia”

28 Marzo 2024
Roma, 28 mar. (Adnkronos Salute) – “La Sindrome metabolica cardiaca renale (CKM), condizione che …

Salute, Bartoli (Lega Filo d’Oro): “Fondamentale riconoscimento Governo su sordociecità”

28 Marzo 2024
Roma, 28 mar. (Adnkronos Salute) – “Con la decisione presa dal Governo c’è il riconoscimento dell…

Salute, Mercurio (Persone sordocieche): “Parlamento approvi presto ddl Semplificazioni”

28 Marzo 2024
Roma, 28 mar. (Adnkronos Salute) – “Per le persone sordocieche il problema fondamentale è cultura…

LEGGI GRATIS La Ragione

GUARDA i nostri video

ASCOLTA i nostri podcast

REGISTRATI / ACCEDI