Farmaci: Ozempic & Co. dimezzano rischi overdose da oppiodi e alcol, studio
Milano, 17 ott. (Adnkronos Salute) – Da Ozempic & Co. una possibile arma anche contro la dipendenza da oppioidi e da alcol. L’ultima voce da aggiungere alla lista dei benefici associati ai farmaci antidiabetici dimagranti come la semaglutide arriva da uno studio pubblicato su ‘Addiction’. La ricerca, autore principale Fares Qeadan della Loyola University Chicago, indica che “le persone con disturbo da uso di oppioidi o alcol che assumono Ozempic o farmaci simili per curare condizioni correlate al diabete e al peso sembrano avere un tasso del 40% inferiore di overdose da oppioidi e del 50% inferiore di intossicazione da alcol, rispetto a chi ha le stesse dipendenze ma non assume medicinali come Ozempic”. In pratica, un rischio di overdose dimezzato o quasi.
Ozempic, ricordano gli autori dello studio, è uno dei vari farmaci analoghi dell’ormone Glp-1 che vengono prescritti per trattare diabete, obesità e altre condizioni mediche associate. Interagiscono con una regione del cervello detta sistema mesolimbico, riducendo l’appetito e inducendo un senso di soddisfazione dopo aver mangiato. Il sistema mesolimbico, però, si sovrappone ai processi cerebrali che governano i comportamenti di dipendenza. Questo suggerisce che Ozempic e farmaci simili – compresi quelli che agiscono sui recettori dell’ormone Gip, oltre che su quelli di Glp-1 – potrebbero anche alterare i meccanismi di risposta all’assunzione di sostanze a rischio abuso.
Finora la maggior parte delle ricerche sull’uso degli analoghi di Glp-1 e Gip contro i disturbi da uso di sostanze è stata fatta sugli animali o sull’uomo, ma in piccoli numeri. Il nuovo studio ha coinvolto invece più di 1,3 milioni di persone con una storia di dipendenza da oppioidi (503.747) o da alcol (817.309). Fra questi, quasi 14mila (8.103 con dipendenza da oppioidi e 5.621 con dipendenza da alcol) avevano una prescrizione per un farmaco agonista dei recettori di Glp-1 o Gip. E tra chi li assumeva il rischio di overdose/intossicazione era inferiore, appunto, del 40% e del 50% rispettivamente. “Questo studio – ritengono gli autori – potrebbe introdurre un nuovo promettente trattamento per i disturbi da uso di sostanze”.
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