Fecondazione, ovaio in 4D per studiare l’infertilità
Roma, 23 ago. (Adnkronos Salute) – Organi creati in 4D contro l’infertilità femminile. In collaborazione con il gruppo GeneraLife, il Laboratorio di biologia dello sviluppo dell’università di Pavia, con Valeria Merico, Paola Rebuzzini, Giulia Fiorentino e Mario Zanoni, coordinati da Silvia Garagna e Maurizio Zuccotti, sta mettendo a punto una ricostruzione in 4 dimensioni dell’ovaio di topo, per facilitare l’approfondimento delle problematiche morfologiche e molecolari che possono causare infertilità.
“Il lavoro alla base della nostra collaborazione con l’università di Pavia – annuncia Danilo Cimadomo, responsabile Scienza e ricerca di GeneraLife – è approdato proprio qualche giorno fa alla pubblicazione di una review su ‘Human Reproduction Update’, la rivista a maggior impatto nel settore della medicina della riproduzione. Nell’articolo, mostriamo come sia possibile, attraverso la ricostruzione 4D dell’ovaio, descrivere alterazioni morfologico-funzionali che causano infertilità nella donna, dalla sindrome dell’ovaio policistico, all’endometriosi, all’insufficienza ovarica prematura”.
“La digitalizzazione degli organi (digital twin) – sottolinea Giulia Fiorentino – è un’importante frontiera della ricerca biomedica. Gli organi digitali 4D, capaci di descrivere i cambiamenti nello spazio e nel tempo, permetteranno di confrontarsi con la complessità delle relazioni esistenti tra le molecole, le cellule e i tessuti che compongono l’organo e l’intero individuo e ne regolano le funzioni in risposta alle trasformazioni dell’ambiente”.
La visualizzazione dell’ovaio con un approccio quadridimensionale – spiegano i ricercatori – fa sì che il ricercatore abbia a disposizione una sorta di ‘scatola’ funzionale, in cui è possibile identificare e studiare le molecole dell’organo, come e dove agiscono, con una risoluzione mai vista prima.
“L’obiettivo del team di lavoro – conclude Cimadomo – è quello di creare un atlante virtuale dell’ovaio, fondamentale dal punto della ricerca applicabile a una serie di situazioni patologiche legate all’infertilità, ma non solo. Un esempio virtuoso di come ricerca, ingegneria istologia, microscopia, intelligenza artificiale e clinica possano collaborare nel generare un modello di studio, di evoluzione della conoscenze per migliorare i trattamenti, nel nostro caso contro l’infertilità femminile”.
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