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Fede (AstraZeneca): “Risultati su tezepelumab spingono investimenti in ricerca”

12 Marzo 2025

Roma, 12 mar. (Adnkronos Salute) – Questi dati rappresentano “un milestone importante” e una spinta a “progredire nella nostra ricerca e sviluppo anche di nuovi target terapeutici nell’ambito della precision medicine in respiratorio ed immunologia. Abbiamo un grande investimento in ricerca a livello globale. In Italia abbiamo ben 28 studi clinici attivi e, in partenza, il primo grande studio di Real world evidence che andrà a valutare proprio le effectiveness di tezepelumab in ben 35 centri italiani su oltre 300 soggetti affetti da asma severa e con rinosinusite cronica e poliposi nasale”. Lo ha detto Raffaela Fede, direttore medico di AstraZeneca Italia, in occasione dell’incontro organizzato a Milano sui risultati dello studio di fase 3 Waypoint sull’anticorpo monoclonale tezepelumab, già approvato e rimborsato in Italia per il trattamento dell’asma grave non controllato.

“Tezepelumab – sottolinea Fede – rappresenta un approccio pionieristico di AstraZeneca nell’andare a targettizzare il Tlsp come citochina epiteliale a monte della cascata infiammatoria. Questa nuova molecola ha già dimostrato di essere estremamente efficace e sicura nell’ambito dell’asma grave e, da oggi, grazie anche ai risultati dello studio Waypoint, sappiamo essere altrettanto efficace e sicura anche nei soggetti affetti da rinosinusite cronica con poliposi nasale”.

I risultati dello studio, “disegnato per valutare l’efficacia e la sicurezza di tezepelumab nel trattamento di soggetti adulti affetti da rinosinusite cronica con poliposi nasale”, sono stati presentati per la prima volta al Congresso Aaaai, American academy of allergy, asthma and immunology e “pubblicati sul New England Journal of Medicine”, ricorda Fede sottolineando che il trial “ha dimostrato di ridurre in modo significativo la dimensione dei polipi e la congestione nasale e il burden associato proprio alla presenza di polipi riducendone, nel 98%” dei casi. Ma anche, rimarca “la necessità di andare incontro ad un intervento chirurgico. Altrettanto importante nell’88% dei casi, la riduzione dell’utilizzo di corticosteroidi orali, che sappiamo essere uno dei temi per i quali si ambisce a trattare questi soggetti con farmaci biologici, riducendo anche le complicanze indotte dallo steroide”, conclude.

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