Fumo, anche i cani lo subiscono: studio italiano
Milano, 21 feb. (Adnkronos Salute)() – Anche i cani, passivamente, ‘fumano’. Uno studio dell’Università Statale di Milano ha rilevato la presenza di cotinina, un prodotto della nicotina, nel pelo e nel sangue dei ‘quattrozampe’ che convivono con fumatori. La ricerca, coordinata da Debora Groppetti, docente di Clinica ostetrica e Ginecologia veterinaria presso il Dipartimento UniMi di Medicina veterinaria e Scienze animali, è stata pubblicata su ‘Mdpi’.
Il lavoro ha coinvolto 32 cani sani di entrambi i sessi, spiegano dall’ateneo. A seconda che vivessero o meno con umani fumatori, 16 animali sono stati inclusi nel gruppo ‘esposti al fumo passivo’ e 16 sono stati inseriti nel gruppo dei ‘non esposti’. Ai cani è stato prelevato un campione di pelo e di sangue, necessario nell’ambito dei controlli di routine, e parte del siero è stato utilizzato per analizzare l’eventuale presenza di cotinina attraverso la metodica Elisa, test basato sull’impiego di un enzima legato a un anticorpo per rilevare e quantificare la presenza di un antigene specifico in un campione biologico. I risultati hanno evidenziato “un aumento della cotinina nel siero e nel pelo dei soggetti esposti al fumo passivo, rispetto a quelli non esposti”.
Il cane è un animale domestico molto diffuso che, condividendo con l’uomo spazi, abitudini e cibo, potrebbe essere esposto agli stessi rischi e malattie ambientali, rimarcano gli autori. Negli ultimi due decenni, gli effetti dannosi dell’esposizione al fumo passivo su bambini e adulti sono stati ampiamente discussi e sottolineati attraverso campagne di salute pubblica, ma non è stata posta enfasi sui rischi che gli animali domestici possono incontrare. Da qui la ricerca della Statale meneghina.
“Fino ad ora – afferma Silvia Mazzola, docente di Fisiologia veterinaria presso il Dipartimento di Medicina veterinaria e Scienze animali UniMi e coautrice dello studio – nel cane non era stato ancora evidenziato che la coabitazione con proprietari fumatori inducesse nell’organismo di questi animali la presenza di cotinina, il principale metabolita endogeno della nicotina. Come per i bambini, anche per gli animali domestici l’esposizione al fumo può avvenire non solo per l’inalazione ambientale, ma anche attraverso l’assorbimento transdermico”.
“Sensibilizzare i proprietari di animali fumatori sui potenziali danni che il fumo passivo potrebbe arrecare ai loro cani da compagnia non è un fattore trascurabile – precisa la ricercatrice – non solo in termini di prevenzione delle malattie legate al fumo, ma anche di tutela del benessere animale. I risultati pubblicati – conclude Mazzola – rappresentano la prima parte di uno studio più ampio, di cui stiamo elaborando altri risultati proprio ora, che è volto a valutare i possibili effetti dell’esposizione al fumo passivo nella riproduzione del cane”.
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