Giornata infermieri, Fnopi: “Recuperare il senso del nutrire come cura”
Roma, 10 mag. (Adnkronos Salute) – “Quest’anno abbiamo deciso di recuperare il senso profondo etimologico della parola nurse”, infermiere in inglese, “che deriva dal francese antico e, a sua volta, dal latino ‘nutrix’, che è nutrire”. Infermiere è quindi chi “nutre, assiste, sta vicino, alleva. Sono 460 mila gli infermieri, di cui 9 mila pediatrici. Il 76% sono donne. Il primo pensiero va quindi a tutte le colleghe, donne e infermiere, che curano, che si prendono cura, che nutrono e che allevano”. Così Barbara Mangiacavalli, presidente nazionale Federazione ordini e professioni infermieristiche (Fnopi), all’Adnkronos spiega il significato del tema ‘Nutriamo la salute’ scelto per la giornata internazionale dell’infermiere che si celebra il 12 maggio, anniversario della nascita – il 12 maggio 1820 – di Florence Nightingale, fondatrice delle Scienze infermieristiche moderne.
“Vogliamo tornare alle nostre origini – continua Mangiacavalli – al senso profondo del prendersi cura di chi ha bisogno, delle persone che arrivano all’attenzione degli infermieri”, ma anche “dei loro caregiver e familiari per fare in modo che la relazione diventi cura, che chiunque entra in contatto con un infermiere si senta accudito e nutrito dal punto di vista della relazione e dal punto di vista delle competenze tecnico-scientifiche”.
In questa giornata, “nei diversi territori – spiega la presidente della Federazione – gli ordini, i consigli direttivi e le commissioni d’Albo si organizzano per coinvolgere, in iniziative locali, i cittadini e le istituzioni, e far conoscere meglio la professione infermieristica. Sono iniziative culturali, scientifiche e istituzionali” che avvicinano giovani, adolescenti e famiglie al “senso profondo del prendersi cura e del nutrire. Siamo consapevoli di aver scelto uno slogan che è impegnativo – osserva Mangiacavalli – non solo dal punto di vista etico-deontologico, ma anche istituzionale e professionale. Abbiamo un Servizio sanitario nazionale straordinario” che per funzionare però ha bisogno di “nutrire i professionisti, perché sono il capitale intangibile. Senza i professionisti” sanitari, ma anche tecnico e amministrativi, “il nostro Ssn non potrebbe esistere così come lo conosciamo. Ed è importante che questo concetto entri in tutte le agende politiche e istituzionali, perché abbiamo bisogno di mantenerlo, di allevarlo, di custodirlo. La Costituzione, con l’articolo 32 – sottolinea Mangiacavalli – ha sancito un principio fondamentale”, quello alla salute. Il Ssn non deve quindi essere considerato “alla stregua di un costo della pubblica amministrazione, ma è uno degli elementi che, insieme all’istruzione e alla difesa, ci ha portato ad essere il secondo paese più longevo al mondo, dopo il Giappone”.
Lo slogan di ‘Nutrire la salute’, aiuta anche a riaccendere “i riflettori sulla profonda crisi che, come federazione, abbiamo denunciato e che si è esacerbata con la carenza importante di personale negli anni del Covid ma che, ovviamente”, era latente “da molto tempo – chiarisce Mangiacavalli – Come abbiamo sempre detto e scritto, il numero di infermieri era insufficiente”, anche prima del Covid. “Semplicemente non venivano assunti e per questo”, negli anni “molti colleghi, circa 30 mila, sono andati all’estero dove c’è uno sviluppo di carriera, un riconoscimento delle competenze specialistiche, che in Italia non c’è ancora”. Negli altri Paesi è riconosciuta infatti “una autonomia di esercizio professionale, dovuto anche a un lungo percorso di studi e di specializzazione che. in Italia, ancora manca, oltre ovviamente agli oggettivi riscontri giuridici ed economici”.
A tale proposito “abbiamo bisogno di lavorare, e su questo c’è un forte impegno concreto, del ministero della Salute e del ministero dell’Università – precisa la presidente Fnopi – affinché la formazione possa essere ulteriormente qualificata verso le lauree magistrali con un indirizzo clinico specialistico e poter essere abilitati a esercitare anche delle competenze specialistiche avanzate. Ma c’è bisogno anche di lavorare sulle condizioni di esercizio, al di là dell’esercizio pubblico dipendente, e ampliare la possibilità ad altre forme di esercizio” come “nella convenzionata e nella libera professione” togliendo gli attuali “ vincoli” affinché “la professione infermieristica, nel Servizio sanitario nazionale – conclude – possa esprimere tutte le sue potenzialità”.
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