Giornata meningite, alto tasso mortalità e gravi conseguenze /Scheda

Roma, 3 ott. (Adnkronos Salute) – “Devastante” e caratterizzata da “un alto tasso di mortalità” e in grado di determinare “gravi conseguenze a lungo termine”. Per l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) la meningite rimane una minaccia significativa per la salute globale. A preoccupare in particolare medici e autorità sanitarie, per via del suo grave impatto, è la meningite batterica: nel mondo circa 1 persona su 6 che contrae questo tipo di meningite muore, e 1 su 5 presenta gravi complicazioni, segnala l’Oms, evidenziando che “il modo più efficace per fornire una protezione duratura” è ricorrere ai “vaccini” esistenti, che sono “convenienti e sicuri”. Il 5 ottobre è la Giornata mondiale della meningite nata per diffondere una consapevolezza sulla meningite e sui suoi sintomi, sulle misure di prevenzione per ridurne l’incidenza, e sulla necessità di attenzione e sforzi globali per sconfiggerla.
Nel 2023 – secondo il report ‘Sorveglianza nazionale delle malattie batteriche invasive 2021-2023’ dell’Istituto superiore di Sanità – in Italia sono stati segnalati 85 casi di malattia invasiva da meningococco; nel 2022 e nel 2021 ne erano stati segnalati, rispettivamente 57 e 26. Nel 2023 l’incidenza della malattia invasiva da meningococco è risultata maggiore nei bambini con meno di 1 anno (2,54/100.000) e, a seguire, nella fascia di età 15-24 anni (0,34/100.000), come anche registrato nel 2021 e nel 2022. Non solo: nella fascia dei giovani adulti, 15-24 anni, la proporzione dei casi di malattia invasiva da meningococco di sierogruppo B si è mantenuta elevata in tutti e tre gli anni.
Sempre nel 2023 – si legge nel report – sono stati segnalati 6 decessi tra gli 85 casi di malattia invasiva da meningococco. Tra i 6 casi fatali, 4 sono stati causati da ceppi di meningococco di sierogruppo B in soggetti appartenenti alle fasce di età 15-24 anni (2 casi) e 25-64 anni (2 casi). Gli altri 2 casi fatali sono stati causati, rispettivamente, da un ceppo di sierogruppo W e da uno di sierogruppo Y, entrambi nella fascia di età 25-64 anni. Tre casi sono stati riportati con un quadro clinico di meningite e sepsi/batteriemia, 2 casi con sepsi/batteriemia e 1 con meningite. Dal 2021 al 2023 la percentuale di casi di malattia invasiva da meningococco per cui non era disponibile l’informazione relativa al sierogruppo capsulare è diminuita: 9% nel 2023 vs il 23% nel 2022 ed il 31% nel 2021.
A causare la meningite sono diversi i microrganismi: batteri, virus, funghi, parassiti. Ma come si manifesta e quali rischi comporta? La meningite, spiegano gli esperti, è l’infiammazione dei tessuti che circondano il cervello e il midollo spinale; può essere fatale, come testimonia l’ultimo caso di cronaca (il 6 settembre scorso un bambino di 3 anni è morto per meningite B a Bari) e richiede cure mediche immediate. I sintomi più comuni sono rigidità del collo, febbre, confusione o stato mentale alterato, mal di testa, nausea e vomito. Ma le caratteristiche cliniche dei pazienti variano a seconda della causa, del decorso della malattia (acuto, subacuto o cronico), del coinvolgimento cerebrale (meningoencefalite) e delle complicanze sistemiche (sepsi).
La meningite batterica è la forma più pericolosa e può portare a decesso in poco tempo dalla scoperta dei sintomi, anche 24 ore. Colpisce persone di qualsiasi età. Contro alcune delle principali cause batteriche esistono trattamenti e vaccini efficaci, ma “la meningite rimane una minaccia significativa in tutto il mondo”, ribadisce l’Oms il cui obiettivo è “sconfiggere la meningite entro il 2030”.
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