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Hiv, il 90% dei pazienti sceglie terapia long acting

18 Luglio 2025

Milano, 18 lug. (Adnkronos Salute) – La terapia anti-Hiv long acting convince i pazienti. I risultati dello studio di fase IIIb Volition, resi noti da ViiV Healthcare in occasione della Conferenza 2025 dell’International Aids Society (Ias) che si è svolta a Kigali, in Ruanda, indicano che l’89% delle persone con Hiv naïve ed eleggibili al trattamento hanno scelto di passare al regime iniettivo long acting cabotegravir + rilpivirina (Cab/Rpv La) dopo aver ottenuto una rapida soppressione virologica con il regime orale quotidiano dolutegravir/lamivudina (Dtg/3Tc).

“I dati dello studio Volition evidenziano come offrire una scelta nel trattamento consenta alle persone con Hiv di optare per farmaci che soddisfino le loro necessità quotidiane, che sono in continua evoluzione”, dichiara Jean van Wyk, Chief Medical Officer di ViiV Healthcare. ViiV, azienda globale specializzata nell’Hiv a maggioranza GlaxoSmithKline, in partecipazione con Pfizer e Shionogi, “è stata pioniera nel proporre in Hiv farmaci iniettabili long acting e nell’offrire opzioni che consentono una elevata efficacia e tollerabilità, una migliore aderenza e uno schema posologico preferito rispetto all’assunzione di pillole orali quotidiane – sottolinea – Riteniamo che le formulazioni long acting siano una componente fondamentale del trattamento e della prevenzione dell’Hiv, e che svolgeranno un ruolo cruciale nel raggiungimento del nostro obiettivo di porre fine all’Hiv e all’Aids”.

“Lo studio Volition propone per la prima volta una strategia comprendente soli 2 farmaci antiretrovirali sin dall’inizio del percorso terapeutico della persona con Hiv – commenta a margine della presentazione Cristina Mussini, direttore Clinica Malattie infettive, Azienda ospedaliera-universitaria Policlinico di Modena e vice-presidente Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) – Dai risultati emerge come, dopo aver ottenuto una rapida soppressione virologica con il regime orale dolutegravir + lamivudina, siano gli stessi pazienti, consapevoli dell’importanza dell’aderenza, a preferire l’opzione terapeutica long acting, che consente loro più libertà nella quotidianità, allontanando così anche il ricordo stigmatizzante di malattia”.

Questi nuovi dati dello studio di fase IIIb Volition – spiega ViiV Healthcare in una nota – valutano l’esperienza di individui naïve che hanno iniziato il trattamento quotidiano con Dtg/3Tc e a cui è stata successivamente offerta la possibilità di passare a Cab+Rpv La dopo aver ottenuto la soppressione virologica.

I partecipanti hanno ottenuto una rapida soppressione virologica con Dtg/3Tc (tempo mediano alla soppressione 4,14 settimane), quindi è stata offerta loro la possibilità di cambiare terapia. Alla visita di studio immediatamente successiva, giorno della scelta, l’89% (129 su 145) dei partecipanti eleggibili ha scelto di cambiare regime a favore di Cab+Rpv La, mentre l’11% (16) ha scelto di continuare Dtg/3Tc. I motivi più comuni citati per la scelta di Cab+Rpv La sono stati il non doversi preoccupare di saltare una dose ogni giorno (80%) e il non dover portare con sé i farmaci (68%). Questi risultati sottolineano l’efficacia e la tollerabilità di Dtg/3Tc come opzione di rapida soppressione virologica e dimostrano il valore di offrire Cab+Rpv La come opzione di trattamento per soddisfare esigenze e preferenze individuali.

L’iniezione di cabotegravir – ricorda ViiV – è indicata, in combinazione con l’iniezione di rilpivirina, per il trattamento dell’infezione da virus dell’immunodeficienza umana di tipo 1 (Hiv-1) in adulti e adolescenti (di almeno 12 anni di età e con peso corporeo di almeno 35 kg) virologicamente soppressi (Hiv-1 Rna inferiore a 50 copie/ml) con un regime antiretrovirale stabile senza evidenza presente o passata di resistenza virale e senza precedente fallimento virologico con agenti della classe degli inibitori non nucleosidici della trascrittasi inversa (Nnrti) e degli inibitori dell’integrasi (Ini).

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