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I geriatri: “Nostri reparti siano sempre aperti a parenti e con menù su misura”

14 Febbraio 2024

Roma, 14 feb. (Adnkronos Salute) – I reparti di Geriatria devono essere simili a quelli dei bambini, sempre aperti ai parenti e con menù “su misura” dell’anziano. Questa è una delle proposte lanciate da Andrea Ungar, presidente della Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg) e ordinario di geriatria all’Università di Firenze, in occasione dell’audizione che si è tenuta stamattina alla X Commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato, nell’ambito della discussione dello schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di politiche in favore delle persone anziane.

“I reparti di Geriatria devono essere diversi da come lo sono oggi e somigliare più a quelli pediatrici – spiega Ungar – più liberi, aperti ad amici e parenti. Non c’è infatti un motivo valido che giustifichi l’attuale chiusura; non c’è una legge dello Stato che impedisca di andare a trovare un parente anziano in ospedale, ma dovrebbe esserci una legge che lo apra. Salvo infatti situazioni contingenti, l’ingresso dovrebbe essere libero dalla tarda mattinata fino a sera. La solitudine fa male all’anziano e non c’è miglior medicina che l’affetto e la vicinanza dei propri cari”. Oltre a orari di visita più flessibili, gli specialisti Sigg chiedono anche di rivedere i menù nei reparti di Geriatria. “I pasti devono essere ‘su misura’ dell’anziano che ha bisogno di assumere più proteine, la cui carenza può portare alla perdita del 40% di massa muscolare”, precisa Ungar.

Nel corso dell’audizione il presidente dei geriatri italiani ha ribadito la necessità di un cambio di paradigma nell’organizzazione dell’assistenza e delle cure dell’anziano, a cominciare dalle Rsa e dai pronto soccorso. “Riteniamo necessaria la presenza della figura del geriatra anche nelle Rsa, oggi presente solo in 1 struttura su 10, con lo scopo di garantire standard di cura e assistenza adeguati e uniformi – sottolinea – Il pronto soccorso, invece, è un fattore di rischio per gli anziani, dove i lunghi tempi di attesa e una presa in carico non adeguata possono essere causa di un aggravamento delle condizioni di salute e disabilità. Allettamenti prolungati, terapie farmacologiche multiple, cambiamento negli abituali ritmi di sonno, mancanza di un’adeguata alimentazione e isolamento aumentano l’incidenza di delirium, cadute e diffusione delle infezioni”.

È “quindi di primaria importanza ridurre i ricoveri non necessari e trattare quanto più possibile il paziente in contesto domestico. In questo quadro il geriatra – continua Ungar – ha un ruolo chiave nella corretta gestione dei bisogni clinici e assistenziali degli anziani. E’ dunque necessario integrare le figure professionali che si trovano nei pronto soccorso con esperti di geriatria. Il ruolo dello specialista in questo contesto è quello di prendere in carico pazienti che sono già in attesa di ricovero nel Dea attraverso una valutazione multidimensionale della funzione cognitiva, della perdita di autonomia, del rischio di cadute e del benessere del caregiver in modo da impostare insieme ai medici del pronto soccorso, il piano di cura ottimale che favorisca il miglior percorso possibile di cura in tempi rapidi, tra cui la possibilità di essere seguiti a domicilio”.

Sul fronte dell’assistenza domiciliare, la Sigg propone l’adozione di un nuovo modello, la formula dell’ospedale ‘senza muri’, che prevede vere e proprie ‘squadre mobili di pronto intervento’ che portano, nei limiti del possibile, diagnosi e cura dall’ospedale a casa del paziente. “Un modello nato a Firenze, il Girot, (Gruppo di intervento rapido ospedale territorio), in collaborazione tra geriatri ospedalieri e medici di famiglia, che si è rivelato già vincente, riducendo ricoveri e mortalità e che potrebbe diventare lo standard nazionale e rendere effettivamente operativi gli interventi per migliorare la qualità dell’assistenza degli anziani contenuti nel Disegno di legge delega”, conclude.

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