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Il report, Ssn a rischio per inflazione, Covid, clima e conflitti

16 Ottobre 2023

Roma, 16 ott. (Adnkronos Salute) – Cambiamenti climatici e inflazione, ma anche il conflitto in Ucraina e ancora il Covid, potrebbero mettere a dura prova il sistema sanitario italiano, con un aumento del costo sanitario dovuto alle ondate di calore (nel 2022 l’Italia è maglia nera per i decessi attribuibili all’afa killer), ma anche con problemi di finanziamento legati anche all’inflazione del 12% su base annua, a fronte di un aumento di appena il 3% del Fondo sanitario nel 2022. Sono alcuni dei dati emersi da un’analisi condotta dall’università Cattolica, campus di Roma, che coordina la redazione del Report sul sistema sanitario italiano per conto dell’European Observatory on Health Care Systems and Policies dell’Organizzazione mondiale della Sanità.

Il documento sarà presentato ufficialmente alla Commissione europea e alla comunità internazionale di sanità pubblica il prossimo 11 novembre a Dublino. Il gruppo di lavoro che lo ha realizzato è stato guidato da Walter Ricciardi, docente di Igiene e Sanità pubblica alla Facoltà di Medicina della Cattolica, e da Antonio G. de Belvis, docente di Igiene applicata presso la Facoltà di Economia.

Più nel dettaglio, per quanto riguarda il clima, analizzando il dato definitivo del’estate 2022 durante la quale diverse città italiane hanno registrato temperature di 2,5 °C superiori alla media, soltanto nel mese di luglio è stato registrato un aumento di quasi il 30% della mortalità tra gli anziani. Tra i principali Paesi analizzati dall’Osservatorio, in termini assoluti, sempre nel 2022 il maggior numero di decessi attribuibili alle ondate di calore si è registrato proprio in Italia, con un totale di 18.010 decessi; a seguire Spagna (11.324) e Germania (8.173). Analizzando i dati in base al tasso di mortalità relativa alle ondate di calore, il primato spetta sempre all’Italia, con 295 decessi per milione di abitanti, seguita da Grecia (280), Spagna (237) e Portogallo (211). La media europea si attesta a 114 morti per milione di abitanti.

In merito al Covid, invece, al 31 dicembre 2022 l’Italia rappresenta il primo Paese dell’Unione europea per numero complessivo di decessi per Sars-CoV-2 (184.918, di cui 47.516 nell’anno 2022). Sempre nel 2022, i casi confermati in Italia sono stati 19,06 milioni, tra i valori più alti nell’Ue, inferiore solamente a quello della Germania (30,38 milioni) e della Francia (29,43 milioni). Durante l’anno 2022, i ricoveri per Covid-19 in Italia sono stati oltre 2 milioni. La pandemia ha portato a rilevanti ripercussioni anche sull’evoluzione della spesa sanitaria, a livello internazionale. Lo scenario emergenziale, infatti, ha generato costi sia diretti che indiretti per il sistema sanitario, legati alla gestione e al trattamento dei pazienti affetti da Covid-19 e all’ampliamento delle capacità di assistenza. In Italia, la pandemia ha provocato un forte aumento della spesa sanitaria in rapporto al Pil, passata dall’8,7% nel 2019 al 9,7% nel 2020.

Anche l’inflazione, esplosa negli ultimi anni, potrebbe rappresentare un rischio per il nostro sistema sanitario in termini di costi e finanziamento. Per il 2023 il finanziamento del Servizio sanitario nazionale previsto aumenta di 4 miliardi rispetto al 2022, raggiungendo i 128 miliardi. Tale incremento sarebbe effettivamente del 3%, poiché l’inflazione ha raggiunto quasi il 12% su base annua. Quindi, a causa dell’inflazione, la spesa in termini reali tornerebbe appena sotto il livello del 2019. Un aumento dei costi dovuto all’inflazione, ad altri effetti della guerra e a vincoli dovuti al Covid negli scambi commerciali con l’Asia orientale ha causato un aumento medio del 20% del budget del Pnrr rispetto a quanto originariamente previsto: questo rappresenta una grande preoccupazione per il Governo italiano.

Infine, rispetto al alla guerra in Ucraina, per quanto si disponga ancora di poche informazioni che permettano di stabilire l’impatto sul Ssn del conflitto, si stima che a giugno 2023 siano 183.685 gli ucraini giunti in Italia, di cui oltre 50mila minori, sulle cui condizioni di salute fisica e psichica poco si sa ad oggi. E’ quindi difficile attualmente quantificare l’impatto sul Ssn delle cure eventualmente necessarie per queste persone. “Molti dei 53 sistemi sanitari della Regione europea dell’Oms, che va dall’Atlantico al Pacifico, stanno affrontando un momento di grave difficoltà. La nostra analisi, realizzata secondo metodologie rigorose e standardizzate di comparazione, ci permette di mutuare ed adattare strategie utili anche nel nostro contesto, proprio grazie al confronto con sistemi sanitari simili al nostro”, dichiarano Ricciardi e de Belvis.

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