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In Italia 35mila azioni legali all’anno per colpa medica, Ordini ‘serve riforma’

20 Settembre 2023

Palermo, 20 set. (Adnkronos Salute) – Sono più di 35mila le azioni legali che vengono intentate ogni anno in Italia per colpa medica, ma nel 90-95% dei casi il giudizio si conclude con l’assoluzione del medico. Nel frattempo, lievitano a dismisura medicina difensiva e liste d’attesa: i medici, per evitare guai giudiziari, prescrivono visite ed esami spesso inutili, costosi e invasivi, che incidono sulle casse della sanità pubblica e sulla vita delle persone, con 2 milioni e mezzo di italiani che rinunciano a curarsi. Sono questi i dati da cui è partita la Commissione ministeriale per lo studio e l’approfondimento delle problematiche relative alla colpa professionale medica, presieduta dal magistrato Adelchi d’Ippolito e istituita dal ministro della Giustizia Carlo Nordio a fine marzo. Obiettivo: analizzare l’attuale quadro normativo e giurisprudenziale in cui si iscrive la responsabilità colposa sanitaria, per ridurre i contenziosi e nel contempo assicurare il massimo equilibrio tra la serenità del medico e la tutela della salute delle persone.

“Dobbiamo scongiurare che la denuncia sia uno strumento di pressione per avere un risarcimento”, ha detto d’Ippolito, incontrando a Villa Magnisi, a Palermo, medici siciliani e istituzioni. “Non chiediamo la depenalizzazione, ma una riforma complessiva – ha precisato il presidente dell’Ordine dei medici di Palermo Toti Amato, consigliere del direttivo della Federazione nazionale Ordini dei medici Fnomceo – Oggi il migliore degli specialisti che entra in sala operatoria ne può uscire un attimo dopo come un attentatore alla salute pubblica. Gli errori medici esistono, ma certamente di gran lunga inferiori rispetto alla rappresentazione collettiva, perché la denuncia spesso è il frutto di un momento di dolore o di rabbia per un evento triste o di sollecitazioni esterne di avvocati sciacalli. Il punto è che ormai l’aspettativa è irrazionale, si pensa che qualsiasi evento infausto possa essere evitato, dunque il medico è colpevole e si ha diritto ad un risarcimento”.

Al vaglio della Commissione ci sono la mutuabilità nel penale della lite temeraria, che esiste già nel civile; una sanzione pecunaria in caso di condanna, e la produzione di una consulenza tecnica sul presunto errore medico da allegare alla querela. Perché, ha sottolineato d’Ippolito, “la denuncia non sia a costo zero, ma un momento di responsabilità”. Altre due strade percorribili sono l’introduzione di un preventivo giudizio di ammissibilità, che per il magistrato “sarebbe una scrematura eccezionale”, e tempi di giudizio veloci. All’attenzione del magistrato anche la necessità di ruotare i consulenti medici del pubblico ministero per scongiurare il pericolo di “un monopolio consulenziale e il rischio che si preoccupi più di compiacere al pm che di cercare la verità dovunque possa stare”. Infine, il consenso informato che dovrà avere sempre il carattere dell’attualità e sui cui si giocano, secondo il presidente della Commissione, molte vicende giudiziarie.

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