Influenza, Conversano (UniBa): “Virus ha terreno fertile nei bambini, vaccino unica arma”
Roma, 5 dic. (Adnkronos Salute) – “In Italia abbiamo un sistema di sorveglianza che registra la circolazione dei virus influenzali nella popolazione, gestito dall’Istituto superiore di sanità. I dati delle ultime settimane mostrano che l’influenza sta già circolando molto, soprattutto tra i bambini. L’ultimo aggiornamento indica 9 casi ogni 1.000 abitanti, ma nei bambini tra i 3 e i 4 anni si arriva a 29-30 casi ogni 1.000. Come spesso accade, quindi, il virus trova terreno fertile nella popolazione infantile”. Così all’Adnkronos Salute Michele Conversano, direttore del Dipartimento di Prevenzione della Asl di Taranto e docente incaricato della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell’università degli studi di Bari. (Video)
“Siamo abituati a parlare di ‘banale influenza’ ed è vero che, negli adulti sani, può risolversi in pochi giorni con un po’ di febbre e dolori muscolari. Ma nei bambini molto piccoli – avverte lo specialista – soprattutto se hanno problemi di salute come infezioni respiratorie ricorrenti, cardiopatie, diabete o seguono terapie particolari, nessuna influenza è davvero banale. In questi casi il rischio di complicanze aumenta. Lo stesso vale quando una patologia non è ancora stata diagnosticata. Per questo è importante la vaccinazione antinfluenzale”. Il Piano nazionale prevenzione vaccinale “prevede che tutti i bambini tra 6 mesi e 6 anni possano essere vaccinati – ricorda Conversano – anche senza condizioni di rischio. Le società scientifiche, come la Società italiana di igiene e la Società italiana di pediatria, raccomandano fortemente di vaccinare la maggior parte dei bambini per ridurre i casi gravi. Vaccinare un bambino non significa proteggerlo solo dall’influenza: i bambini sono grandi diffusori dei virus e vaccinarli aiuta anche a proteggere chi vive con loro: compagni di scuola, altri bambini fragili, genitori e nonni. Un nonno cardiopatico o un genitore diabetico, per esempio, può avere difese immunitarie ridotte: se il bambino vaccinato si ammala meno e diffonde meno il virus, la famiglia è più sicura”.
La vaccinazione, secondo l’esperto, “ha anche un impatto sociale: riduce i giorni di assenza dal lavoro dei genitori e limita, indirettamente, il ricorso improprio agli antibiotici, che purtroppo contribuisce al problema dell’antibiotico-resistenza. Oggi – evidenzia Conversano – oltre al classico vaccino iniettato, abbiamo anche il vaccino spray nasale, ben accettato dai pediatri e molto usato nei paesi anglosassoni, dove ha aumentato le coperture vaccinali. E’ semplice da somministrare e spesso i bambini non si accorgono neppure di essere stati vaccinati”. Proteggere i bambini, quindi, “non significa solo ‘coprirli bene’ come si diceva una volta, ma sfruttare gli strumenti che la medicina ci mette a disposizione. La vaccinazione è un modo efficace per proteggere il singolo bambino e l’intera comunità che gli sta intorno”.
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche
Oculista Buscemi, ‘lenti Icl alternativa al laser per correggere difetti vista’
Cordoma del sacro, italiano il primo studio al mondo sull’efficacia dell’adroterapia
Sesso, ecco le leggende a cui credono ancora uomini e donne: parola di Censis