Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app

Invernizzi (UniMiB): “Con Bridge-Uganda la Bicocca in Paesi a basso reddito”

17 Settembre 2024

Roma, 17 set. (Adnkronos Salute) – “L’outpost Bridge in Uganda, una sede dell’università Milano-Bicocca nel cuore del Lacor Hospital nel nord dell’Uganda, è parte di una serie di progetti che stanno portando l’università Bicocca e il suo Dipartimento di Medicina, ma anche tanti altri dipartimenti dell’ateneo, ad investire e lavorare in Paesi a basso reddito”. Lo ha detto Pietro Invernizzi, direttore del Dipartimento di Medicina e chirurgia dell’università Milano-Bicocca e di Bridge (Bicocca research and innovation for development and global health)-Uganda, oggi alla presentazione del nuovo progetto dell’ateneo milanese, che parte dal capoluogo lombardo e arriva nel distretto di Gulu nel nord dell’Uganda. Si tratta del secondo avamposto all’estero della Bicocca, dopo il ‘MaRhe Center’ nell’arcipelago delle Maldive, il centro di ricerca e formazione dedicato agli studi di biologia marina.

L’avamposto ugandese, presentato durante l’evento ‘Salute Globale: il ruolo dell’accademia’, si inserisce all’interno del progetto ‘Bicocca Global Health Center’, che coinvolge tutte le professionalità dell’ateneo nello sviluppo di soluzioni innovative e sostenibili per affrontare le sfide della salute globale attraverso un approccio multidisciplinare e per promuovere la salute e il benessere nei Paesi a basso e medio reddito. “Crediamo che l’esposizione di studenti e specializzandi a contesti con basse risorse ci permetta di fare meglio il nostro mestiere, che è quello di formare e fare ricerca – spiega Invernizzi – Nel contesto della formazione abbiamo definito e battezzato un metodo formativo ‘Progetto due pilastri’. Il primo è la formazione del professionista – sia questo medico, infermiere, ostetrico – che si dedicherà professionalmente alla salute degli esseri umani. Il secondo è invece la formazione delle componenti umane di questi professionisti, in quanto, per essere buoni medici e buoni infermieri, è necessario avere un rapporto adeguato con la malattia e la morte”.

I risultati sono positivi. “Il feedback degli studenti – sottolinea Invernizzi – è molto buono, ma non è una novità: da anni vediamo giovani e meno giovani muoversi in contesti di questo tipo e, quando tornano, li vediamo trasformati, carichi, con empatia e con voglia di curare, non solo con l’intento di dare terapie al paziente, ma con la voglia di prendersene cura. Con Bridge-Uganda abbiamo organizzato e istituzionalizzato l’esposizione, che sapevamo già avrebbe dato tanto ai nostri giovani e, anche se indirettamente, anche a noi, al sistema e al mondo in cui viviamo”.

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

Malattie rare, Malagò: “Tramite valori sport possiamo dare valenza sociale a iniziativa Aisla”

22 Novembre 2024
Roma, 21 nov. (Adnkronos) – “Sono a Milano per la Fondazione Milano-Cortina, ma volevo fare i com…

Malattie rare, Pancalli: “Serve capacità di fare squadra, sport aiuta miglioramento qualità vita”

22 Novembre 2024
Roma, 21 nov. (Adnkronos) – “Mai come in questo momento non possa non esserci la consapevolezza c…

Malattie rare, Gravina: “Il calcio sente responsabilità, potremo fare differenza anche fuori dal campo”

22 Novembre 2024
Roma, 21 nov. (Adnkronos) – “Su un tema così importante come la Sla, la facilità di inviare messa…

XV congresso Ig-Ibd, il segretario Fantini: “Tra sostenibilità e innovazione”

22 Novembre 2024
Roma, 21 nov. (Adnkronos Salute) – “Rispecchia quello che stiamo vivendo il tema ‘Between sustain…

LEGGI GRATIS La Ragione

GUARDA i nostri video

ASCOLTA i nostri podcast

REGISTRATI / ACCEDI

Exit mobile version