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Iss, 90% donne promuove percorso nascita ma carenze su salute mentale

20 Aprile 2023

Milano, 20 apr. (Adnkronos Salute) – In Italia 9 donne su 10 riferiscono un’esperienza complessivamente buona o ottima in merito all’assistenza ricevuta durante la gravidanza, nel travaglio/parto, dopo il parto e il ritorno a casa. Tuttavia, nella maggior parte dei casi manca ancora un protocollo per la salute mentale delle donne fragili. Così l’Istituto superiore di sanità sintetizza i risultati di una serie di indagini condotte sul percorso nascita.

“Con un gruppo multidisciplinare di esperti, e grazie alla rete dei referenti delle Unità operative partecipanti, è stato possibile raccogliere e analizzare molteplici informazioni relative ad attività e interventi di respiro locale e nazionale, implementati in contesti diversi, con l’obiettivo comune di promuovere la salute nei primi mille giorni di vita – spiega Serena Donati, direttrice del Reparto Salute della donna e dell’età evolutiva del Cnapps (Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute) dell’Iss – La diffusione di questo materiale potrà facilitare lo scambio di esperienze fra professionisti e decisori di diverse aree del Paese, ponendo le basi per investire negli interventi di sviluppo infantile precoce raccomandati da Organizzazione mondiale della sanità, Banca mondiale e Unicef”.

I primi dati emergono da questionari multilingue sottoposti tra maggio e ottobre 2022 a 3.642 donne (età media 34 anni, l’11% di cittadinanza non italiana, il 50% laureate e il 73% occupate) che hanno partorito in 16 punti nascita di secondo livello partecipanti al progetto ‘Rilevazione dei percorsi preventivi e assistenziali offerti alla donna, alla coppia e ai genitori per promuovere i primi mille giorni di vita, anche al fine di individuare le buone pratiche, i modelli organizzativi e gli interventi adeguati’, coordinato dal Cnapps, promosso e finanziato dal ministero della Salute. L’iniziativa, che si concluderà a maggio 2023, ha coinvolto 9 regioni e una provincia autonoma per un totale di oltre 500 professionisti, raccogliendo dati in tre ambiti: la qualità percepita durante il percorso nascita da parte delle donne che partoriscono, la promozione della salute mentale materna dalla gravidanza al periodo postnatale, il supporto alla genitorialità offerto dai servizi e dai professionisti sociosanitari.

Il punteggio medio relativo alla qualità dell’assistenza nelle varie fasi del percorso, in una scala da 0 a 10 – riporta l’Istituto superiore di sanità – è risultato pari a 8,4 per l’assistenza in gravidanza, a 9 per l’assistenza al parto, a 7,7 per l’assistenza durante il ricovero dopo il parto e a 8,3 per l’assistenza a casa nei tre mesi dopo il parto. Fra le modalità di presa in carico, l’assistenza pubblica offerta principalmente dal consultorio familiare durante la gravidanza e dall’ospedale per il parto è quella che presenta il punteggio più elevato (8,8). Oltre l’85% delle donne che hanno ricevuto la visita domiciliare da parte dell’ostetrica dopo il rientro a casa dice di avere ricevuto informazioni chiare e consigli utili e appropriati. Fra le criticità migliorabili sono emerse la possibilità di scegliere il tipo di assistenza in gravidanza e al parto (non offerta al 32% delle partecipanti) e la qualità dell’assistenza dopo il parto, sia in ospedale che sul territorio, per la quale le donne riferiscono esperienze meno positive. Le donne con difficoltà economiche descrivono esperienze meno positive in tutto il percorso di assistenza.

“Aver avuto fiducia nei professionisti sanitari ed essersi sentite trattate con rispetto e dignità sono gli aspetti in cui le esperienze delle donne sono più positive”, evidenzia l’Iss, mentre “l’ambito considerato più critico è quello sulle informazioni ricevute sui cambiamenti di umore e sulla salute mentale”.

In 15 aziende sanitarie – riassume l’Istituto – il consultorio familiare è emerso come il luogo di riferimento per la promozione e la tutela della salute mentale in gravidanza e dopo il parto. Il 90% dei consultori garantisce la valutazione dello stato emotivo e del rischio di depressione perinatale, cui si affianca un’ampia offerta di interventi di supporto, come raccomandato dalle linee guida internazionali. Tuttavia, un protocollo scritto per l’assistenza integrata alle donne con disturbo mentale perinatale è disponibile nel 55% dei consultori familiari, ma non in quelli del Sud. Inoltre, su 119 Dipartimenti di salute mentale (Dsm) nazionali che hanno risposto a un’altra indagine, solo il 58% offre un servizio di counselling preconcezionale alle donne con un disturbo mentale diagnosticato/in trattamento che desiderino avviare una gravidanza. Il tempo di attesa per la valutazione di una donna con sospetto disturbo mentale perinatale è inferiore alle due settimane in oltre il 60% dei Dsm, in linea con le raccomandazioni internazionali; emerge tuttavia la carenza di percorsi specifici e dedicati, come evidenziato dall’assenza di piani di cura specifici in oltre il 70% dei Dsm e di Piani diagnostico terapeutici assistenziali specifici in quasi l’80%, in particolare al Sud.

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