Italiani sprecano 20 kg cibo l’anno, decalogo Sinu per evitarlo
Roma, 8 giu. (Adnkronos Salute) – Le famiglie italiane sprecano quasi 20 kg di cibo all’anno. E’ uno dei dati dell’Osservatorio sprechi alimentari del Crea, alimenti e nutrizione, che saranno presentati da Laura Rossi, nutrizionista, coordinatrice dell’Osservatorio e componente del comitato scientifico della Società italiana di nutrizione umana (Sinu) al XLIII congresso nazionale Sinu, al via domani ad Arezzo. E per combattere lo spreco del cibo, dalla Sinu ha messo a punto un decalogo per comportamenti più virtuosi che vanno dalla pianificazione della spesa fino al riutilizzo degli avanzi e ai vantaggi della dieta mediterranea per la salute ma anche per il risparmio.
Nel dettaglio, dai dati dell’Osservatorio sprechi si evince che gli italiani hanno sprecato nel 2018 in media 370 grammi a settimana per famiglia di cibo. Il dato è allineato con quanto misurato in Olanda (365 g/settimana) e più basso di quanto rilevato in Spagna (534 g/settimana), Germania (534 g/settimana) e Ungheria (464 g/settimana). Approfondendo le tipologie di spreco, emerge che, rispetto al totale dei quattro paesi europei, in Italia si gettano maggiormente prodotti completamente inutilizzati (43,2% contro il 31% della quantità sprecata), mentre si riscontra una minor propensione a gettare gli avanzi del piatto (14,6% contro 20%) ed anche i prodotti aperti, ma non finiti di consumare perché scaduti (30,3% contro 36%). Nel 2021 si è avuto un aumento dello spreco domestico che è arrivato a 420 grammi a settimana per famiglia.
Dimensione familiare e spreco alimentare sono legati, ma guardando ai dati pro-capite si osserva un maggior spreco nelle famiglie monocomponenti. Inoltre, si riscontra una certa propensione di spreco alimentare nei segmenti di età più giovane e tra i nuclei familiari con maggiori disponibilità economiche. Di contro, la consapevolezza delle famiglie dell’impatto negativo dello spreco su diversi piani è piuttosto elevata. L’impatto economico è il più sentito (70%), di gran lunga superiore a quello sociale (conseguenze su disponibilità di cibo nel mondo, (59%) e ambientale (55%).
Per favorire i comportamenti virtuosi gli esperti indicano 10 punti: 1) pianificare il menù settimanale; 2) definire le quantità da acquistare e cucinare; 3) no agli acquisti d’impulso o in eccesso; fare sempre la spesa dopo mangiato e mai a stomaco vuoto; 5) imparare a riconoscere se un alimento è ancora buono; 6) imparare a leggere l’etichetta; 7) riutilizzo degli avanzi; 8) seguire la dieta mediterranea; 9) preferire monoporzioni o porzioni piccole; 10) educare le nuove generazioni.
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