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Mangiacavalli (Fnopi): “La carenza infermieristica coinvolge più istituzioni”

12 Maggio 2025

Roma, 12 mag. (Adnkronos Salute) – “E’ un problema importante che ci trasciniamo da molti decenni e su cui si sono sempre adottati dei provvedimenti tampone. Il tema della carenza infermieristica sta diventando il tema del Paese. Più che solo di carenza, io parlerei di questione infermieristica perché tocca più livelli e più istituzioni”. Bisogna “fare in modo che i 25mila giovani che ogni anno scelgono di fare il corso di laurea in Infermieristica vengano anche aiutati a scoprire la vera essenza di questa professione. Tant’è vero che poi molti giovani abbandonano durante il percorso di studio. L’infermieristica in sé è attrattiva, c’è bisogno però di fare in modo che resti attrattivo anche l’esercizio della professione”. Si tratta di “lavorare sulla valorizzazione delle competenze specialistiche, lavorare sullo sviluppo di carriera e sui riconoscimenti e su alcuni incentivi per fare in modo che i giovani possano studiare l’infermieristica nei contesti in cui abitano o, se si spostano, essere facilitati anche nello spostamento per lo studio”. Così Barbara Mangiacavalli, presidente Fnopi, Federazione nazionale Ordini professioni infermieristiche, all’Adnkronos Salute intervenendo su una questione chiave del settore, a margine della presentazione del primo rapporto sulle professioni infermieristiche, oggi a Roma.

“Avere un rapporto strutturato, documentato, di dati” sulla realtà infermieristica è un traguardo “che rincorro da quando sono presidente nazionale – aggiunge Mangiacavalli – Questo è il primo, ma l’obiettivo” è farlo diventare “annuale”. Deve diventare “un rapporto che ogni anno fotografa la professione infermieristica, che contenga dei dati per i decisori politici e istituzionali: dalla formazione allo sviluppo di carriera, agli organici, agli standard di accreditamento, alla valorizzazione della professione”. Deve contenere le “informazioni che possono, insieme a noi come ente, aiutare la politica nella realizzare interventi o normativi o regolamentari che occorrono”. I detentori dei dati “sono gli Ordini e la Federazione, in qualità di ente e il sussidiario dello Stato – spiega Mangiacavalli – Con questo rapporto, dove ci siamo avvalsi anche del contributo metodologico fondamentale della Scuola Sant’Anna di Pisa, abbiamo iniziato a raccogliere i dati dall’Albo nazionale”, a cui si sono aggiunti quelle “delle banche dati nazionali del ministro della Salute, quella della Ragioneria generale dello Stato e della Corte dei Conti. Ci sono poi le banche dati delle Regioni. Sono stati anche raccolti dati da associazioni di pazienti, da società scientifiche. Ci sono poi quelli ottenuti dagli infermieri stessi con una survey. Le fonti dei dati sono molteplici e la capacità della Scuola Sant’Anna è quella di aver creato una connessione fra i dati per trasformare appunto i dati in informazione”, conclude.

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