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Marche: migliorano coperture vaccinali in età pediatrica contro meningococco b e rotavirus ma per esperti si può fare di più

13 Settembre 2022

Roma, 13 set. (Adnkronos) – Il ruolo della vaccinazione come unica forma efficace di prevenzione per i più piccoli, che siano in salute o siano in condizione di fragilità, e la necessità di non abbassare la guardia contro patologie gravi che possono mettere a repentaglio la salute dei bambini. Questo il tema al centro dell’evento“Pre-occupiamoci della meningite…e non solo: la protezione del paziente pediatrico contro il meningococco B e il rotavirus”, che si è tenuto ad Ancona ed è stato trasmesso online sui profili Facebook e YouTube dell’agenzia di stampa Adnkronos.

La tavola rotonda, promossa con il supporto non condizionante di GlaxoSmithKline e moderata dalla giornalista Martina Marinangeli del Corriere Adriatico, ha visto la partecipazione di Arcangela Guerrieri, pediatra e Consigliere segretario dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Ancona, Mirka Marangoni, pediatra di famiglia in servizio nella provincia di Pesaro; Daniel Fiacchini, dirigente medico del Dipartimento di prevenzione Asur Marche, coordinatore del gruppo di lavoro Comunicazione per la Sanità pubblica della Società italiana di Igiene SItI; e Amelia Vitiello, presidente del Comitato nazionale Liberi dalla meningite.

La meningite meningococcica è un’infezione rara ma grave, disabilitante e spesso mortale. Un paziente colpito può giungere a decesso nonostante riceva cure adeguate, mentre una percentuale che può giungere fino al 20% dei sopravvissuti può incorrere in danni cerebrali, perdita dell’udito, disturbi dell’apprendimento, amputazioni. “Ogni malattia batterica se non trattata potrebbe portare all’infiammazione delle meningi, come la stessa influenza – ha dichiarato la dottoressa Arcangela Guerrieri -. Il problema, specie nel bimbo piccolo, è di giungere rapidamente a una diagnosi e al trattamento antibiotico, che però spesso non basta. Spesso la terapia è tardiva perché la prima sintomatologia è sfumata, non specifica, e si va tardi da medico. Senza tempestività si può scatenare anche una sepsi che coinvolge più organi. Rispetto all’antibiotico abbiamo però uno strumento molto efficace ed è la vaccinazione”.

Il Piano nazionale prevenzione vaccinale prevede infatti l’offerta gratuita per l’età pediatrica. “Nelle Marche la profilassi per un bimbo al primo anno di età prevede il vaccino contro lo pneumococco insieme all’esavalente, che offre anche protezione contro l’Haemophilus influenzae di tipo B, altro batterio che può far insorgere la meningite. Sempre gratuita la vaccinazione contro il meningococco B e contro i sierogruppi Acwy – ha ripreso Guerrieri -. Il consiglio è di eseguirli il prima possibile, perché la mortalità è più frequente nella fascia in 0-4 anni. E si può recuperare fino ai 6 anni di età, sebbene il periodo più vulnerabile sia il primo anno di vita”.

Da non sottovalutare anche l’impatto del rotavirus sui più piccoli. “Appena il vaccino è stato introdotto, la Regione Marche lo ha reso subito gratuito. Si è temuto per un periodo che ci fosse una correlazione con alcuni casi di invaginazione intestinale, e ciò aveva interrotto il programma vaccinale, ma poi la ricerca ha dimostrato che non c’era una diretta correlazione”, ha chiarito Guerrieri.

La morbilità del rotavirus è importante: i primi sintomi possono essere sfumati, con febbre lieve, ma poi sfociano in vomito, diarrea con scariche che portano un infante rapidamente a disidratazione, con conseguente ricovero del bimbo per diversi giorni. E il rischio di decesso non è da escludere. “Chi dice che si tratta solo di una gastroenterite non ha idea della complessità di trattare un bimbo molto piccolo colpito da questo virus”, ha chiosato quindi Guerrieri.

“La pandemia ha messo sotto pressione i dipartimenti di prevenzione delle Marche, però il sistema ha retto – ha evidenziato Daniel Fiacchini intervenendo al dibattito con un contributo video -. Per le vaccinazioni in età pediatrica e per il resto della popolazione ci sono stati dei rallentamenti, però abbiamo mantenuto l’offerta attiva e gratuita per la fascia 0-2 anni. E infatti non abbiamo registrato una diminuzione nelle coperture, al contrario, in alcuni casi abbiamo visto un miglioramento”. Gli ultimi dati a disposizione riguardano il 2021 e in merito a rotavirus e meningococco B si registra un sostanziale miglioramento. Per quanto riguarda il vaccino contro il meningococco B si è passati dal 65% di copertura nel 2019 a un 75% nel 2021 – ha illustrato Fiacchini -. Siamo ancora distanti dall’obiettivo del 95% previsto dal Piano nazionale prevenzione vaccinale, però segniamo una crescita in una fase molto complessa come quella pandemica. Inoltre, va superata la disomogeneità tra distretti che non raggiungono tutti le stesse coperture. Per il vaccino quadrivalente contro i ceppi ACWY abbiamo un dato più stabile nel tempo, intorno all’85%. Pure in questo caso si deve migliorare, rispetto alle necessità preventive nazionali”.

Anche per il rotavirus il dato è in crescita, frutto di una strategia vaccinale che ha retto l’impatto Covid. Nel 2019 avevamo una copertura del 58%, passati al 68% l’anno seguente e al 72% nel 2021. Segno positivo, ma ugualmente si nota una disomogeneità in regione che va affrontata”.

Informare correttamente è un aspetto fondamentale per accompagnare al meglio le famiglie. Di fronte a tante fonti, spesso non autorevoli, è facile che circolino notizie scorrette se non addirittura dannose. “Uno dei dubbi più frequenti dei genitori riguarda le tempistiche del calendario vaccinale – ha affermato la pediatra di libera scelta Mirka Marangoni -. La risposta del medico non deve ridursi al rispetto delle norme, ma deve chiarire bene come funziona il sistema immunitario di un bimbo piccolo, sicuramente più vulnerabile, ma anche più competente nella risposta immunitaria. Ciò può comportare della febbre dopo il vaccino, ma è una reazione passeggera. Come pediatri dobbiamo dare fiducia, parlare un linguaggio comprensibile illustrando i vantaggi della vaccinazione rispetto al rischio al quale esponiamo il bambino. E anche spiegando che si tratta di un atto di responsabilità nei confronti della società e di altri bimbi che, per ragioni cliniche, non possono sottoporvisi”.

Inoltre, le fake news, che circolano velocemente anche tra genitori e nel passaparola, sono un ostacolo informativo. “Le chat di classe o anche dottor Google non sono la fonte cui dare credito – ha sottolineato Amelia Vitiello -. Il Comitato nazionale Liberi dalla meningite nasce anche per favorire il dialogo tra famiglie e istituzioni sanitarie. Non so bene il motivo, ma spesso si dà più ascolto a un altro genitore rispetto al medico. L’offerta di vita data dal vaccino è la migliore protezione che possiamo dare ai nostri figli, ma occorre essere ben informati per comprendere i rischi”.

Un’informazione attenta e chiara serve anche per tutti quei genitori che ritengono di non aver bisogno del vaccino perché il proprio figlio è sano. “Non stiamo però parlando di una cura, bensì di prevenire una malattia devastante. Ci sono genitori poi convinti che il proprio figlio sia protetto, perché ha fatto alcuni vaccini, oppure che sia al sicuro dalla meningite dato che non fa viaggi – ha sottolineato Vitiello -. Ma è un errore: tra l’altro spesso non si segue bene la profilassi, perché non si fanno i richiami durante la crescita. Dobbiamo lavorare di più sull’informare le famiglie: anche chi è favorevole può oggi pensare che i propri figli siano coperti quando invece non è così”.

L’invito ai cittadini è quindi di rivolgersi al pediatra, mentre alle istituzioni Vitiello chiede “di dare un’offerta gratuita omogenea in tutto il Paese, coprendo tutti i ragazzi fino ai giovani adulti, ovvero i 19 anni”.

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