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Medici famiglia, ‘nuova norma riduce carenza, Dg Asl la applichino’

14 Luglio 2023

Roma, 14 lug. (Adnkronos Salute) – “Applicare la normativa più recente ridurrà il problema della carenza di medici di famiglia ed eviterà un grave danno per i pazienti”. E’ l’appello della segretaria nazionale di Fimmg continuità assistenziale, Tommasa Maio, contenuta in una nota inviata a tutti i direttori generali delle Asl d’Italia e che si riferisce al recente emendamento, approvato nel Dl Enti Pubblici. Un provvedimento che prevede, fino al 2026, la possibilità per i medici del ruolo unico di assistenza primaria con incarico a quota oraria di 24 ore settimanali (ovvero ex guardia medica con doppio incarico ), di avere in carico fino a 1.000 assistiti, con un notevole aumento della quota prevista precedentemente (650 assistiti nella normativa originaria).

Maio chiede quindi una “piena eimmediata applicazione alla normativa, assicurando ai medici a doppio incarico ad attività oraria e fiduciaria di assistenza primaria di esercitare il diritto, legislativamente riconosciuto loro, di conservare, fino al raggiungimento di mille assistiti, la propria attività a ventiquattro ore settimanali nell’ambito del Servizio di continuità assistenziale”.

La leader sindacale nel chiedere l’applicazione omogenea della norma su tutto il territorio, sottolinea ai direttori generale delle Asl che la mancata applicazione della disposizione normativa, “oltre che rivelarsi ingiustamente elusiva di un obbligo di legge legato ad un diritto dei medici, configurerebbe un grave vulnus nei confronti dei pazienti, che verrebbero ingiustamente limitati nell’esercizio della libera scelta del medico di famiglia e illegittimamente pregiudicati nel proprio diritto di ricevere assistenza efficiente dal servizio di continuità assistenziale attualmente gravato dalla mancanza di medici disponibili a sostenere i turni”.

“Altro rischio, non certo trascurabile – rivendica Maio – è quello di creare gravissimi pregiudizi anche nei confronti dei medici ai quali non venisse riconosciuto il diritto di assistere mille pazienti e di conservare l’incarico a ventiquattro ore, visto che la decisione sarebbe di certo foriera di rilevantissimo danno giuridico-patrimoniale, che dovrebbe essere ristorato da parte delle Aziende sanitarie che incorressero in questa violazione di legge”.

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